Van Aert vince la sfida, ma Van Der Poel non è lontanissimo

La sfida di Santo Stefano doveva essere una pietra miliare nel panorama di questa stagione del ciclocross e alla fine la giornata di Dendermonde non ha tradito le attese: la sfida di Coppa del Mondo, la prima con insieme i “tre tenori” Van Aert, Van Der Poel e Pidcock ha dato molte risposte attese, ma soprattutto ha detto che da qui ai Mondiali di fine gennaio a Fayetteville sarà spettacolo assicurato.

Le risposte principali, nella gara belga, doveva darle il campione del mondo Van Der Poel e queste sono arrivate. I media hanno alla fine lodato in maniera sperticata Van Aert, sottolineando il suo dominio, ma a ben vedere chi esce dalla gara in maniera più convincente, soprattutto considerando da che cosa proveniva, è proprio l’olandese. Non lo avevamo mai visto in questa stagione e le notizie che arrivavano dal suo entourage non erano incoraggianti, tra quel mal di schiena che ha frenato la sua stagione su strada e i problemi al ginocchio derivanti da una caduta. Ciò non bastasse, la mancanza di gare gli è costata preziosi punti nel ranking di Coppa e la conseguente partenza dalle retrovie. Ebbene, l’olandese ha mostrato subito di che pasta è fatto.

Ci è voluto appena mezzo giro, su un percorso reso melmoso dalla pioggia caduta prima delle gare, a riportare VDP nelle posizioni di testa, un po’ di più perché i due si ritrovassero a battagliare l’uno contro l’altro, con il solo Toon Aerts a spremersi per rimanere attaccato, senza successo. Dopo metà gara Van Aert ha però forzato e ha scavato pian piano un baratro fra sé e il rivale: dopo mezz’ora di gara infatti è emersa la mancanza di fondo per Van Der Poel, che ha sofferto soprattutto i tratti a piedi, dove Van Aert ha guadagnato secondi su secondi.

Alla fine il belga della Jumbo Visma ha chiuso con 49” di vantaggio, chiudendo la striscia vincente agli esordi per Van Der Poel che durava dal 2015. Aerts ha chiuso a 1’18”, gli altri ad arrancare più indietro. Chi ha deluso maggiormente è stato il britannico Tom Pidcock, tanto atteso alla sfida con i suoi due colleghi della strada ma alla fine solo ottavo a ben 2’59”, ancora peggio è andata al leader di Coppa Eli Iserbyt, nono a 3’13” e scomparso dalle scene, come spesso gli succede, appena rientrano i big.

Il resto della giornata di Dendermonde ha detto innanzitutto che fra le donne Lucinda Brand continua ad essere un cliente troppo ostico per tutte le rivali, anche se questa volta, l’americana Clara Honsinger l’ha fatta soffrire fino all’ultimo, perdendo per soli 4”, terza la Betsema a 36”. Per l’Italia non è stato un Santo Stefano molto felice, le uniche tenui luici azzurre sono arrivate dalla gara junior femminile, dove Federica Venturelli e Valentina Corvi sono finite ottava e nona, ma a quasi 4’ dalla vincitrice, la solita britannica Zoe Backstedt. Un po’ poco, considerando anche che il Mondiale ormai dista solo poco più di un mese.

credito foto Cyclingnews

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