La settimana d’oro della Jumbo-Visma

Con l’inizio del lungo periodo delle classiche del Nord, è tornata a svettare la Jumbo-Visma, o per meglio dire è tornato a svettare Wout Van Aert e paradossalmente l’eccezionale valore del campione belga, non solo ciclistico ma anche umano, è emerso in una corsa persa, la Gand-Wevelgem. Gara che ha seguito dettami simili a un’altra classica dello scorso anno, la E3 Saxo Bank Classic di Harembeke. Come allora, il belga ha corso in parallelo con il compagno di squadra Christophe Laporte. Allora fu il francese a svolgere il compito di spalla in favore di Van Aert, questa volta il capitano ha ricambiato il favore.

I due hanno compiuto un capolavoro, trasformando la corsa in una cronometro a coppie con un attacco da lontano. Inutili i tentativi d’inseguimento del gruppo, l’accoppiata della Jumbo-Visma è andata sempre guadagnando terreno, fino a chiudere con 1’56” sui primi inseguitori regolato da Sep Vanmarcke (Israel Premier Tech). Sul traguardo Laporte voleva ripetere il passaggio di testimone, ma Van Aert ha voluto far passare il compagno, una sorta di ringraziamento per quanto fatto dal francese dallo scorso anno in suo favore.

Van Aert aveva già trionfato due giorni prima proprio ad Harelbeke, battendo in un bellissimo sprint a 3 gli altri due campioni Van Der Poel e Pogacar, in una corsa che ha dimostrato una volta di più che attualmente ci sia un ristretto gruppo di “dei” contro i quali non si può fare molto. La sensazione è che tutte queste gare siano servite come banco di prova per la sfida vera e propria, coincidente con il Giro delle Fiandre di domenica prossima, la classica Monumento dove si preannuncia una fantastica battaglia.

Categoria di “dei” della quale fanno parte anche Primoz Roglic e l’iridato Remco Evenepoel, che se le sono date di santa ragione al Giro di Catalogna. A spuntarla è stato Roglic per appena 6” con il terzo, il portoghese Almeida terzo a 2’11”. I tre li rivedremo al Giro d’Italia, corsa che nelle aspettative sta diventando un appuntamento più atteso dello stesso Tour de France: se la Grande Boucle appare infatti concentrata sulla rivincita fra Vingegaard e Pogacar, la corsa rosa presenta sì i due primattori in terra spagnola come grandi favoriti, ma con una platea di sfidanti molto più ampia e pretenziosa e fra questi è giusto inserire anche Giulio Ciccone, unico a mettere in ginocchio sia Roglic che Evenepoel sfruttando l’altura. L’unica incognita per l’abruzzese continua ad essere la continuità di rendimento, che lo porta a emergere più in fasi di una corsa a tappe che a essere convincente per la classifica generale. Dimenticavamo: anche Roglic è della Jumbo-Visma, ormai la squadra olandese non lascia che le briciole alle avversarie…

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