Il giorno del “vecchietto” De Gendt ringraziando VDP

Tappa splendida, quella di Napoli, nella quale c’è stata battaglia dall’inizio alla fine con i pretendenti alla maglia rosa che hanno lasciato fare, pensando già alla frazione di domani con la doppia scalata del Blockhaus dove verranno fuori i veri valori della corsa. Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix) sapeva bene che la tappa era a lui favorevole, una sorta di classica tutta campana (e un percorso del genere andrebbe davvero preso in considerazione per la costruzione di una corsa in linea tutta particolare) ma non l’ha saputa interpretare al meglio. Ringrazia Thomas De Gendt (Lotto Soudal) vecchio mestierante delle due ruote che a quasi 36 anni porta a casa un’altra frazione del Giro a 10 anni dall’ultima volta.

Van Der Poel ha praticamente attaccato al primo chilometro e intorno a lui si è andato creando un gruppo di 20 corridori con molti pezzi grossi, come Biniam Girmay, l’eritreo della Intermarché Wanty Gobert vera forza della natura e che sta anche imparando velocemente quanto conta la tattica nel ciclismo, oppure come Guillaume Martin, il ciclista-filosofo della Cofidis che si è riuscito a rilanciare in classifica dopo i problemi vissuti sull’Etna. L’olandese vincitore a Visegrad ha però sbagliato più volte nel corso della tappa, attaccando nei momenti sbagliati e non avendo poi le forze per rintuzzare il ritorno degli avversari. A giocarsi la tappa a 30 km dall’arrivo sono rimasti in quattro: De Gendt, che ricordiamo terzo al Giro nel 2012 e vincitore di tappe in tutti e tre i grandi giri sempre con azioni del genere, ha avuto gioco facile nello sprint battendo uno splendido Davide Gabburo (Bardiani CSF Faizané), che possiamo dire aver compiuto finora l’impresa più bella per il ciclismo italiano; terzo Jorge Arcas (Movistar), quarto il compagno del vincitore di giornata Vanhoucke. Il gruppetto VdP non è riuscito a rientrare ed è arrivato a una ventina di secondi mentre il gruppo della maglia rosa è arrivato a 3’33”. A tal proposito, è stato interessante nel finale l’attacco di Lennard Kamna (Bora Hansgrohe) che ha provato a sorprendere Juan Pedro Lopez (Trek Segafredo), ma l’iberico non si è fatto sorprendere e si è messo subito alle sue spalle in prima persona, costringendolo a desistere. Per il teutonico era probabilmente l’ultima occasione per vestire il simbolo del primato: domani toccherà ai grossi calibri.

LA TAPPA DI DOMANI

Ora non si scherza più, chi vuole vincere il Giro non può più nascondersi. La nona tappa, da Isernia alla cima del Blockhaus attraverso 191 km farà una selezione nettissima nel gruppo. La montagna appenninica arriverà dopo l’ascesa del Passo Lanciano che già scremerà il gruppo, poi sui 13,7 km finali sarà un testa a testa fra scalatori puri e pretendenti al titolo. L’impressione è che Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), nascostosi finora proverà a saggiare la condizione degli avversari e soprattutto di Simon Yates (EF Education EasyPost), davanti in classifica, ma bisognerà vedere le condizioni del ginocchio del britannico dopo la contusione rimediata in Sicilia. Due nomi andranno poi seguiti con attenzione: MIkel Landa (Bahrain Victorious) che deve sfruttare queste occasioni per fare la differenza e Giulio Ciccone (Trek Segafredo) che sulla montagna di casa è chiamato a un esame fondamentale non solo per il Giro, ma per tutto il prosieguo della sua carriera.

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