Cambia pelle e punta ai giri

A ben guardare, nessuna squadra ha cambiato così tanto nell’ultimo ciclomercato come la Bora Hansgrohe. 11 arrivi e 10 partenze, ma soprattutto una filosofia di gara completamente stravolta. Prima la squadra tedesca era votata alle vittorie parziali, alle classiche di un giorno e/o ai successi di tappa. Ora si alza il tiro e si spinge forte sulle classifiche generali: la Bora vuole diventare un punto fermo dei grandi giri, giocarsela alla pari con Ineos Grenadiers e Jumbo Visma nella gestione delle corse e portare a casa qualcosa di solido.

Per farlo, come detto si è dovuto innanzitutto cambiare la filosofia di gara e per questo si è dovuto dare l’addio a Peter Sagan, che per anni ha indirizzato gli obiettivi del team, almeno parzialmente. Lo slovacco tricampione del mondo ha portato via tutto il suo gruppo alla TotalEnergies per costruirsi un lento e magari dorato tramonto, quindi via anche suo fratello Jurai, il fido Daniel Oss e Maciej Bodnar. Via anche Pascal Ackermann, che garantiva tante vittorie di tappa a conferma che il target è cambiato e la partenza di un ottimo corridore per corse a tappe medio-piccole come Michael Schwarzmann, passato alla Lotto Soudal, va visto come un sacrificio economico necessario.

Tanti come detto i nuovi arrivi, ma alcuni spiccano. Innanzitutto Aleksandr Vlasov, il russo proveniente dall’Astana finito ai piedi del podio all’ultimo Giro. In seno alla squadra tedesca sono convinti di avere per le mani un possibile vincitore di un grande giro, ormai vicino alla sua piena maturazione, ma perché ciò avvenga deve avere intorno corridori che non solo lo spalleggino, ma possano anche essere una valida alternativa. Ecco quindi arrivare dalla Dsm l’australiano Jai Hindley, che dopo l’exploit del Giro 2020 perso proprio all’ultima tappa ha vissuto una stagione davvero anonima. L’australiano ritrova alla Bora l’olandese Wilco Kelderman, al quale “scippò” la leadership della squadra alla corsa rosa: come saranno i rapporti fra i due? L’ascia di guerra sarà stata seppellita?

Un altro corridore che può riprendere in casa tedesca la sua fase ascensionale è Sergio Higuita, colombiano che viene dalla EF e che ha già mostrato di essere uno scalatore con i fiocchi, capace di spiccare soprattutto nelle corse a tappe brevi, ma che ha bisogno di nuovi stimoli per continuare a crescere. Tutti questi corridori, unendosi al tedesco Buchmann e all’austriaco Konrad che hanno già mostrato risultati importanti anche nei grandi giri, vanno a comporre una batteria di stelle di prim’ordine, ora starà ai diesse riuscire a distribuire le forze per ottenere il meglio come risultati e soprattutto anche come presenza scenica, soprattutto in una corsa complicata come il Tour.

Non per questo comunque la Bora si tira fuori dagli altri appuntamenti. In casa tedesca arriva ad esempio un Sam Bennett col dente avvelenato, per come si è sentito trattato nell’ultimo anno alla Deceuninck Quick-Step e vuole smentire anche il fatto che chi esce dal Wolfpack soffra poi una “sindrome da abbandono” che porta risultati negativi. Inoltre c’è un Lennard Kamna che dopo aver fatto mirabiglie nel 2020 vuole ritrovare l’antico talento. E a proposito di giovani, un’occhiata bisognerà darla anche al belga Cian Uijtdebroeks, un altro degli juniores passati subito grazie ai propri risultati. In Belgio dicono che non sia poi tanto lontano da Evenepoel, solo la strada dirà se è vero.

Credito foto homepage: Chiara Redaschi/Cyclingpro