La Vuelta di Spagna si avvicina alle battute finali con una situazione di classifica sconvolta dalla fuga bidone di Roncon de la Victoria, che oltre a regalare il secondo centro all’australiano Storer, finalizzatore delle tante azioni corali del Team DSM, ha promosso il norvegese Odd Christian Eiking (Intermarché Wanty Gobert) nel ruolo di leader della corsa. Lo sloveno Primoz Roglic ha accettato di buon grado la situazione, per evitare ai compagni della Jumbo Visma il compito di dover sempre controllare la corsa, ha poi cominciato a rosicchiare qualcosa fino a limare il ritardo al secondo giorno di riposo fino a 1’36”. Molti addetti ai lavori danno per certa la sua terza vittoria in Spagna, confidando nella sua superiorità a cronometro, ma a ben guardare la sua condotta di gara non lascia del tutto tranquilli.

Roglic appare superiore a tutti, ma sembra ostinato nel non darlo troppo a vedere: la sensazione è che anche per lui le energie a disposizione non siano troppe e voglia preservarle per la crono, ma a parte il fatto che Eiking non è propriamente fermo nella sfida contro il tempo e che di mezzo c’è anche il francese Guillaume Martin (Cofidis) attardato dal norvegese di 54”, Roglic deve anche avere a che fare con l’accoppiata della Movistar, con Enric Mas a 2’11” e Miguel Angelo Lopez a 3’04”. Lo spagnolo sembra ormai il capitano della squadra e dai due c‘è da attendersi qualche attacco a ritmo sostenuto per sparigliare la corsa. Più difficile che qualcosa venga fuori dai due della Ineos Grenadiers: il vincitore del Giro Egan Bernal è 7° a 4’21” ma non ha mai dato l’impressione di avere la gamba che mostrava alla corsa rosa, il britannico Adam Yates, 8° a 4’34”, sembra costretto dal ruolo subalterno a non poter liberare completamente i cavalli a sua disposizione.

Un fatto è certo: questa Vuelta si sta correndo con le residue energie a disposizione dei suoi protagonisti. Si viaggia sempre a gran ritmo, le fughe partono con buone possibilità di andare in porto, ma molti protagonisti anche quando tentano vedono poi spegnersi la luce. Giulio Ciccone (Trek Segafredo) ad esempio ha provato qualche sortita, ma la condizione non è la migliore e considerando posizione, 12esima, e distacco, 6’16”, già sarebbe un buon risultato entrare nella Top 10. Damiano Caruso da parte sua dopo la vittoria all’Alto de Velefique ha puntato tutto sulla conquista della maglia di miglior scalatore, anche se il francese Bardet (Team DSM) appare lontano e magari tentare un secondo colpo a sensazione.

Non c’è però solo la Vuelta: il trionfo alla Brussels Classic di Remco Evenepoel sancisce ad esempio il pieno recupero dell’incredibile talento belga della Deceuninck Quick Step. Il campioncino non sbaglia più un colpo e, avvicinandosi le prove titolate, appare un serio candidato alla conquista di qualche medaglia d’oro, in linea o a cronometro. Ci sarà però da fare sempre i conti con il campione del mondo e suo compagno di squadra Julian Alaphilippe che però a Bretagne Classic Ouest France, prova del World Tour, si è visto beffato nello sprint a due dal connazionale francese Benoit Cosnefroy (AG2R Citroen), altro talento di un ciclismo francese decisamente rifiorito

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