Pogacar: un cannibale come Merckx?

A guardare la classifica in occasione del primo giorno di riposo, si sarebbe portati a pensare che il Tour de France 2021 ha già stabilito il suo vincitore: troppa la superiorità messa in mostra da Tadej Pogacar nei confronti degli avversari, addirittura liquefatti nel corso della prima settimana, chi come Roglic per colpa di cadute (troppe in questa prima parte di corsa), chi come l’armata Ineos spazzata via dalla strapotenza dello sloveno, dimostratosi il più forte a cronometro ma soprattutto irresistibile sui passi alpini. L’australiano O’Connor (AG2R La Mondiale), dopo una bellissima fuga a Tignes si è issato al secondo posto a un paio di minuti, ma appare davvero difficile considerarlo al momento un fattore, mentre gli altri sono tutti oltre i 5 minuti di distacco.

La schiacciante superiorità dello sloveno dell’Uae Team Emirates porta a confrontarlo con altri miti del ciclismo, campioni come Indurain o Contador che hanno infilato lunghe serie di successi in terra francese, ma a ben guardare il divario che Pogacar ha scavato, non solo in termini di minuti ma soprattutto di supremazia tecnica e psicologica richiama alla mente il più grande di tutti, Eddy Merckx. Probabilmente lo sloveno è il più vicino a quello che il belga aveva rappresentato anche perché Pogacar, soprattutto in questo 2021, dove va vince. Certamente non ha quella stessa smania di successi che portava Merckx a trionfare dappertutto, nei grandi giri come nelle gare di paese, Pogacar guarda sempre all’obiettivo primario e lo ha dimostrato anche a Le Grand Bornand, lasciando davanti Teuns (Bahrain Victorious) a godersi il trionfo parziale guardando alla classifica generale, ma resta il fatto che non sembrano esserci rivali all’orizzonte.

Questo può rappresentare un danno per il Tour, atteso da ancora due settimane: presumibilmente bisognerà guardare a obiettivi limitati, come le altre maglie, le vittorie di tappa e le posizioni di rincalzo in classifica. Dietro Pogacar c’è una grande bagarre, con l’equadoriano Carapaz (Ineos Grenadiers) che appare il maggior candidato alla seconda piazza ma che non sembra sapersi gestire, soprattutto negli attacchi, provando a sfidare Pogacar venendo sempre ripagato con terribili scatti in faccia. In questa lotta per un posto al sole, uno spazio potrebbe trovarlo anche Mattia Cattaneo (Deceuninck Quick Step), secondo a Tignes dopo essere andato in fuga anche il giorno prima e aver chiuso nella Top 10 anche la crono. Questo potrebbe essere per lui il Tour della consacrazione come uomo da grande giro, a condizione di essere supportato dalla squadra, la Deceuninck Quick Step che invece continua a perdersi fra le impalpabili ambizioni di Alaphilippe e che lo costringe a lavorare anche per le volate di Cavendish. La Top 10 di classifica dista oltre 3 minuti, che potrebbero essere pochi se gli si consentirà di correre per cercare un piazzamento prestigioso e sappiamo che esso potrebbe anche cambiare i suoi destini, come avvenuto per Caruso, decimo al Tour 2020 e sul podio dell’ultimo Giro.

Nella sua prima settimana il Tour ha regalato la favola di Cavendish, tornato a ruggire a 36 anni con due belle vittorie in volata, portandolo a 32 successi complessivi nella Grande Boucle a sole 2 distanze dal record di Merckx. Andamento contraddittorio per Vincenzo Nibali, molto brillante fino alle Alpi, arrivando anche al 6° posto in classifica, ma poi naufragato sulle Alpi: quella gamba che sembrava brillante come da tempo non si vedeva facendo sognare per Tokyo, sulle rampe alpine è tornata a lanciare i brutti segnali ai quali sembravamo ormai abituati da due anni a questa parte. Qual è allora il vero Nibali? Forse lo sapremo solo il 24 luglio…

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