Tour, VDP e il cauto ottimismo azzurro

Inizi del Tour de France che fanno già capire alcune cose: innanzitutto che Julian Alaphilippe ha rinunciato all’Olimpiade e a un percorso nel quale sarebbe stato il logico favorito perché vuole lottare per la maglia gialla fino all’ultimo. Una scelta difficile, discutibile, per molti (e siamo fra questi) insensata, ma intanto il campione del mondo ha subito fatto vedere di voler essere fra i protagonisti con la vittoria nella prima tappa e soprattutto con una presenza costante in mezzo ai due grandi protagonisti attesi, Pogacar e Roglic.

I due sloveni hanno subito fatto vedere che sono arrivati in Francia con la gamba giusta per lottare fino all’ultimo giorno. Siamo agli inizi e nulla si può dire nella bilancia che divide le possibilità dei due, anche perché hanno seguito strade diverse verso la Grande Boucle, soprattutto Roglic scomparso dai radar sin dal periodo delle classiche. Si respira in mezzo al gruppo la rivalità che divide i due dopo il Tour dello scorso anno ed è strano pensare che solo 6 giorni dopo la fine del Tour, i due dovranno collaborare nella gara olimpica dov’è innegabile che avranno grandi possibilità.

Van Der Poel non farà tutto il Tour, lo ha già detto da tempo perché deve trasferirsi in anticipo a Tokyo dove andrà a caccia dell’oro in Mtb, ma intanto ha centrato l’obiettivo che si era prefisso, conquistare la maglia gialla in memoria di suo nonno, il grande Raymond Poulidor 8 volte sul podio ma mai, neanche per una sola frazione, riuscito a vestire il simbolo del primato. L’azione di VDP sul Mur de Bretagne è stata impressionante, una dimostrazione di superiorità assoluta che lo conferma uno dei più bravi nel tirare la stoccata decisiva.

Purtroppo il Tour è iniziato male, con la terribile caduta causata da una sciagurata e dal suo cartello nella prima tappa, gettando a terra oltre 50 corridori. Alcuni non hanno potuto ripartire, la Movistar ad esempio ha perso un pezzo importante come Soler che già era stato costretto al ritiro al Giro d’Italia e per Lopez questa è una perdita pesante in salita. 

L’inizio ha anche confermato le impressioni destate dal Campionato Italiano, ossia di un Vincenzo Nibali diverso da quello visto al Giro d’Italia, più pimpante, con una gamba molto più brillante. La scelta se portarlo o no a Tokyo, il CT Davide Cassani deve ancora prenderla, (oggi alle h14,30 le convocazioni), ma a questo punto può essere anche controproducente tenerlo ancora a bagnomaria perché la sensazione è che nell’ultimo mese possa ancora migliorare e dare alla nazionale italiana quel tocco di fantasia che servirebbe in una gara dove certamente non partiremo come favoriti, ma dove la possibilità di far saltare il banco è maggiore che in ogni altra corsa. 

A tal proposito ha destato grande impressione la prova di Gianni Moscon, autorevole dominatore del Gran Premio di Lugano con molti dei principali assenti al Tour. Il trentino conferma di avere nelle gambe tanta benzina che potrebbe anche portarlo a essere la punta azzurra a Tokyo, anche perché meglio di altri sa interpretare i pensieri di Cassani. Staremo a vedere, ma l’ultimo weekend ha regalato un po’ di ottimismo in più.

Credito foto: getty images sport da Cyclungnews