Se c’è una ragione per la quale il 104° Giro d’Italia passerà alla storia è per le sue fughe a lunga gittata, che hanno praticamente annullato il lavoro delle squadre dei velocisti. Anche la più lunga tappa del Giro, da Rovereto a Stradella, che sembrava alla vigilia ideale per un arrivo in gruppo è vissuta sugli scatti e controscatti all’inizio per costruire la fuga giusta e poi 23 corridori che si sono giocati il successo finale. Vittoria che ha premiato un corridore che di qualità ne ha parecchie e potrebbe metterle più spesso in pratica se nella sua squadra credessero di più in lui: Alberto Bettiol.

Il portacolori della EF Education First, fino a ieri luogotenente prezioso per tenere a galla Hugh Carthy in montagna, è stato capace di un’azione clamorosa a 15 km dalla conclusione, andando a riprendere il francese Remi Cavagna (Deceuninck Quick Step) che per le sue capacità di passista non è certo fermo, recuperandogli mezzo minuto e scattandogli in faccia per andare a vincere tutto solo. Tecnicamente è stata una delle perle di questo Giro e il fatto che a realizzarla sia stata un italiano è un raggio di luce per il nostro meno claudicante ciclismo.

In funzione di classifica generale è stata la tipica tappa di trasferimento e il Bernal visto ieri a Sega di Ala ne aveva assoluto bisogno, per prepararsi già domani a rispondere ai prevedibili attacchi che gli verranno da Damiano Caruso (Bahrain Victorious) che sembra però appagato e concentrato sul secondo posto e da Simon Yates (Bikeexchange) che invece sente l’odore del sangue e vuole a tutti i costi puntare al bersaglio grosso. Intanto il Giro saluta Giulio Ciccone (Trek Segafredo) 10° in classifica, ritiratosi per le conseguenze della caduta dal Passo San Valentino, evidentemente più pesanti di quanto fossero sembrate in corsa.

CLASSIFICA GENERALE

1 Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

2 Damiano Caruso (ITA-Bahrain Victorious) a 2’21”

3 Simon Yates (GBR-Team Bikeexchange) a 3’23”

LE MAGLIE

Maglia rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (classifica a punti): Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Maglia azzurra (classifica del GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

LA TAPPA DI DOMANI

Si torna a salire con la 19esima tappa, da Abbiategrasso all’Alpe di Mera di 166 km. La prima parte potrebbe essere l’ideale trampolino di lancio per la solita fuga, con il GPM dell’Alpe Agogna che sostituirà l’ascesa del Mottarone, sostituito per rispetto delle 14 vittime della tragedia di domenica scorsa. Scesi a Stresa e raggiunta Omegna si scalerà il Passo della Colma con punte all’11%, ma anche qui difficile che si scateni la battaglia. Ci si giocherà tutto sull’ascesa finale all’Alpe di Mera, 9,7 km con picchi di pendenza al 14% e numerosi tornanti. Yates prepara già la sua strategia, e Bernal? Pure.

credito foto Gazzetta

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