La temutissima tappa dello Zoncolan ha riservato emozioni praticamente solo nell’ultimo paio di km, ma non poteva essere altrimenti considerando le pendenze quasi impossibili della montagna friulana, affrontata da molti con paura. Ancora una volta la vittoria di tappa ha premiato chi ha avuto il coraggio di andare in fuga all’inizio, nella fattispecie Lorenzo Fortunato, terzo italiano consecutivo a tagliare per primo il traguardo e che ha regalato una giornata di gloria alla Eolo Kometa, la formazione rimodellata quest’anno da Ivan Basso che proprio sullo Zoncolan aveva colto una delle sue vittorie più belle.

Come mai tante fughe arrivano vittoriosamente? Ormai non è più un caso e la risposta può essere ascrivibile alla tattica della Ineos Grenadiers, che vuole tenere la corsa addormentata per la sua gran parte, preservando così le gambe di Egan Bernal che anche oggi ha dimostrato di essere l’uomo più in forma. Il colombiano è stato l’unico a rispondere all’attacco di Simon Yates (Bikeexchange) che sulle dure rampe dello Zoncolan ha dimostrato che la forma, rispetto ai timidi inizi del Giro, è notevolmente cresciuta, ma quando Bernal ha deciso di cambiare marcia, anche il britannico si è dovuto arrendere. Yates compie comunque un importante balzo in classifica, salendo al secondo posto e dando finalmente vita a quella sfida attesa sin dall’inizio, mentre chi continua a cedere terreno è Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) per il quale è molto probabile un ritiro anticipato, anche se il belga è ancora nella Top 10.

Dietro hanno retto bene sia Caruso (Bahrain Victorious) che Ciccone (Trek Segafredo), mentre ha accusato le pendenze il russo Vlasov (Astana). Guardando la classifica appare chiaro che la maglia rosa di Bernal è in cassaforte, ma bisogna crederci e provare a metterlo in difficoltà non aspettando l’ultima salita ma partendo da lontano, cercando di mandare in crisi, più che lui, la sua squadra perché è con quella che controlla la corsa. Servirebbe un accordo fra più squadre, ma questo è qualcosa che, nel ciclismo contemporaneo, non si usa più…

CLASSIFICA GENERALE

1 Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

2 Simon Yates (GBR-Bikeexchange) a 1’33”

3 Damiano Caruso (ITA-Bahrain Victorious) a 1’51”

LE MAGLIE

Maglia rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (classifica a punti): Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Maglia azzurra (classifica del GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

LA TAPPA DI DOMANI

147 km da Grado a Gorizia: dopo le fatiche dello Zoncolan dovrebbero tornare protagonisti i velocisti, ma la frazione si presta a colpi di mano che, come si è visto, sono un po’ il leif motiv di questa edizione della corsa rosa. Una tappa apparentemente semplice, con la scalata del San Michele prima di entrare in un circuito di 40 km da ripetere tre volte, con sconfinamento in Slovenia, dove non mancano piccole difficoltà come uno strappo di un km con pendenze al 14% e una discesa impegnativa, oltre a un breve tratto in pavé nell’ultimo km. Insomma, per le squadre dei velocisti non sarà semplice tenere il gruppo unito, anche se Viviani (Cofidis) ha detto di avere provato più volte il percorso prima del Giro identificando in questa frazione quella più adatta, magari anche evitando il lavoro del treno e puntando a portar via un gruppetto.

Crediti foto : fortunato twitter – gazzetta

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