La tappa con arrivo a Campo Felice ha avuto il suo peso nell’evoluzione del 104° Giro d’Italia: la classifica dice che i distacchi sono ancora minimi e questo era prevedibile, ma i segnali non sono mancati. Egan Bernal si vedeva già nella tappa di ieri che scalpitava, che sentiva di avere le gambe pronte al punto giusto, ma per come è andata, la frazione appenninica non gli ha potuto fornire quella situazione utile per scavare un solco fra sé e gli avversari. La sua vittoria di tappa ha però un peso perché dice agli avversari che il trionfatore del Tour 2019 è tornato e ha a disposizione la squadra più forte del lotto. Impressionante il lavoro svolto da Gianni Moscon per lanciarlo (un corridore in questo stato di grazia potrebbe anche essere un elemento sul quale puntare in ottica olimpica, vero Cassani?), Bernal poi ha fatto il resto.

Impressionante anche Giulio Ciccone (Trek Segafredo), unico a reggere allo scatto di Bernal, arrivandogli a pochi secondi. L’abruzzese è arrivato al Giro nella forma giusta, se reggerà nelle grandi salite alpine potrebbe anche puntare al podio finale. Con lui il russo Alexander Vlasov (Astana) che sta correndo con grande acume tattico, spendendo il giusto e che andrà assolutamente valutato nelle prossime giornate.

C’è poi sempre l’incognita Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) che a Campo Felice non si è visto, ma è arrivato comunque ad appena 10” da Bernal e ora lo insegue a 15”. Probabilmente il problema del belga è che sta correndo scoprendo se stesso ogni giorno e quindi i suoi limiti sono lontani dall’essere conosciuti. Forse ci sarebbe bisogno di un’azione decisa, arriverà sulle Alpi? Non va dimenticato che la frazione a cronometro finale è dalla sua parte, quindi rimanere a un distacco simile non farebbe che il suo gioco.

Una menzione a parte la merita la Bahrain Victorious, che sembra dover correre contro i mulini a vento, o meglio contro una sfortuna che l’ha presa di mira in maniera specifica. L’azione congegnata al mattino, lanciando in fuga il suo capitano Damiano Caruso coadiuvato da Mohoric e Mader poteva anche stravolgere tutte le tattiche studiate alla vigilia, solo che la rovinosa caduta dello sloveno in discesa ha mandato in fumo tutto, togliendo oltretutto alla squadra un’altra importante pedina dopo Landa. Bravissimo comunque Caruso a tenere e arrivare nel gruppo di Evenepoel.

La classifica vede quindi Bernal davanti, ma in un minuto ci sono 9 uomini e se pensiamo che zitto zitto Nibali è ancora a 2’12”, 16°, capiamo che tutto è ancora in gioco.

LA TAPPA DI DOMANI

Si avvicina il primo riposo per il Giro, ma intanto c’è la tappa da L’Aquila a Foligno, di 139 km, la più breve dell’intera rassegna rosa, una frazione per velocisti, anche se il Valco della Somma a meno di 40 km dal traguardo potrebbe anche spingere alla creazione di una fuga che, come si è visto nei giorni scorsi, potrebbe anche essere fortunata. E’ però una tappa ideale per la volata di gruppo, quindi c’è da pensare che i vari treni non si faranno sfuggire l’occasione anche perché ormai Ewan non c’è più e c’è spazio per gli altri velocisti. Forse saremo nazionalisti, ma vorremmo tanto che fosse la giornata giusta per gente come Nizzolo (Qhubeka Assos) o Viviani (Cofidis) che avrebbero bisogno di questo successo come dell’aria che respirano…

CLASSIFICA GENERALE

  1. Egan Bernal (COL-INeos Grenadiers)
  2. Remco Evenepoel (BEL-Deceuninck Quick Step) a 15”
  3. Alexandr Vlasov (RUS-Astana) a 21”

LE MAGLIE

Maglia Rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (Classifica a punti): Tim Merlier (BEL-Alpecin Fenix)

Maglia azzurra (classifica GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Credito foto Cyclingnews

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