A Liegi una vittoria di squadra

La Liegi-Bastogne-Liegi femminile ha avuto un’evoluzione certamente più lineare rispetto a quella dei colleghi, ma su di essa ci sono alcune considerazioni da fare. La prima riguarda il fatto che gran parte della vittoria di Demi Vollering va ascritta alla sua connazionale e compagna alla SD Worx, Anna Van Der Breggen. Quando su La Roche aux Fauçons si è formato il quintetto vincente, l’iridata sapeva di essere sì la più forte del lotto, ma anche quella sulla quale si sarebbero concentrate le altre tre, ossia l’eterna rivale Annemiek Van Vleuten (Movistar), la polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon Sram) e la nostra Elisa Longo Borghini (Trek Segafredo) andate a comporre il gruppetto delle favorite della vigilia. La Van Der Breggen si è così caricata sulle spalle tutto il peso della fuga, lasciando la Vollering il più possibile coperta cosicché potesse essere la più carica di energie in volata. L’esito è stato quello che la Van Der Breggen si aspettava, tirando lo sprint alla compagna, andata così a vincere davanti alla Van Vleuten e la Longo Borghini.

Un’altra considerazione riguarda quest’ultima, che completa una campagna del Nord ricchissima di piazzamenti ma non di vittorie, di soddisfazioni ma anche di occasioni perdute. Guardando il risultato della Liegi, infatti, aumenta il rammarico per la sua scelta all’Amstel Gold Race, quando nel finale era in fuga con la polacca Niewiadoma, ma non ha tirato dritto non fidandosi probabilmente della sua volata e venendo ripresa dal gruppo delle migliori quando il traguardo era ormai già visibile. In seno alla Trek Segafredo si è parlato molto dell’epilogo sfortunato, Elisa ha ammesso il suo errore dicendo che non si era accorta della vicinanza delle avversarie in rimonta.

E’ chiaro che con la Niewiadoma, la Longo Borghini è l’unica vera alternativa alle olandesi, soprattutto in assenza della cocapitana alla Trek, la britannica Deignan plurivincitrice lo scorso anno e bloccata da acciacchi fisici in inverno dai quali si sta lentamente riprendendo puntando alle Olimpiadi. L’intero andamento delle classiche ha dimostrato che la Longo Borghini è migliorata in volata, avrebbe solo bisogno di essere ancora più convinta per trasformare questi piazzamenti in vittorie.

Ora per la numero 1 azzurra si prospetta un periodo di stacco, puntando al Giro d’Italia che dovrà essere non tanto un obiettivo di classifica, quanto un vero e proprio trampolino di lancio verso le Olimpiadi, l’unica gara dove a vincere sono in 3 e non una sola e questa sua propensione ai piazzamenti potrebbe essere molto utile in prospettiva. In quell’occasione sarà però importante non sbagliare nulla dal punto di vista tattico e avere una squadra ben concepita a suo supporto. A Liegi, oltre alla Longo Borghini, si è confermata l’assoluta statura internazionale della Paladin, 11esima e soprattutto diventata ormai la punta della Liv Racing nelle prove d’un giorno, come anche Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) mentre si è rivista nel vivo della corsa Erica Magnaldi (Ceratizit WNT), che a Tokyo, visto il percorso, potrebbe essere una pedina fondamentale.

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