Premessa la grande emergenza sanitaria che ha rivoluzionato le nostre vite è destinata col tempo a passare, soprattutto con la diffusione dei vaccini e si spera che già da questo autunno si possa voltare pagina, ma come si dice da più parti nulla sarà come prima e non c’è ragione di pensare che anche il mondo dello sport, che ha vissuto molti mesi bui, non debba adeguarsi. Pensate per esempio alle Olimpiadi posticipate e disputate presumibilmente in un ambiente asettico, senza pubblico… pazzesco!

Per l’elite del movimento ciclistico, dal punto di vista agonistico le cose sono tornate a regime, a partire dal calendario, ma se guardiamo alla massa dei praticanti siamo ancora in alto mare. Il discorso in questo caso è diverso, ma deve certamente tenere conto delle esperienze vissute in questi difficili mesi nei quali pochi sono riusciti ad organizzare eventi. Ripartire non è mai facile, farlo dopo quasi due anni di stop sarà difficilissimo, anche perché chi allestisce dovrà mettersi alla ricerca di sponsor facendo i conti con grandi problemi nel reperimento dei fondi. Bisogna però sfruttare l’occasione per spingere su un altro aspetto delle gran fondo: quello turistico. Nel rispetto della fase agonistica delle gran fondo, è un grande bisogno in quasi tutto il Bel Paese di ridare spinta al prodotto turistico e la bicicletta, nelle diverse sue declinazioni, può dare una grossa mano, trovando accordi con le associazioni albergatori, commercianti e le Apt che siano di reciproco beneficio e con questi fare pressioni sulle amministrazioni locali, sperando che da quell’orecchio sempre un po’ sordo inizino davvero a sentire. Forse sarebbe un po’ tornare indietro nel tempo, ma chi ha mai detto che il passato debba essere dimenticato?

Altro punto importante è la promozione verso i giovani: questi due anni di forzato stop, di attività ridotta se non addirittura cancellata per le più giovani generazioni possono essere un danno irreparabile, non solo sportivamente parlando ma anche nella stessa crescita dei nostri ragazzi a tutti i livelli. Nel ciclismo, bisogna quindi sperare che, se da una parte si continui nell’opera di multidisciplinarietà che la Fci ha intrapreso solo recentemente, dall’altra si dia impulso a società e scuole per incrementare la pratica ciclistica, specialmente quella in Mtb nelle zone che maggiormente possono favorire la sua attività. La tutela sanitaria del futuro passa anche da queste cose.

Può sembrare strano che si scriva di politica attraverso questo spazio ma con l’elezione della Vezzali (nella foto della homepage) allo sport possiamo sperare in qualcosa di diverso nelle scelte strategiche dei prossimi 2 anni, e al mondo della bicicletta servirebbero almeno questi pochi ma fondamentali principi.

Credito foto homepage: ravennatoday.it