C’era una volta la “Gran Fondo Tutti contro i pompieri”. Si tratta di una corsa che, di sicuro, è ancora nella mente di tanti cicloamatori, soprattutto piemontesi, che hanno avuto occasione di partecipare a una delle cinque edizioni della manifestazione tra il 2002 e il 2006. Poi, la “Tutti contro i pompieri” è sparita dal calendario nazionale, dopo essere arrivata anche a far parte delle prove di un circuito importante come la Coppa Piemonte. La corsa, organizzata dall’Associazione cuneese denominata, appunto,“Tutti contro i pompieri”, venne proposta per la prima volta il 2 giugno del 2002, ma con un nome decisamente diverso da quello che le diede un po’ di notorietà nel mondo delle Gran Fondo. La prima edizione si chiamava “Fondo internazionale sulle strade della Barbera, del Moscato e della Nocciola”. “E chi più ne ha, più ne metta”, potrebbe aggiungere qualcuno, facendo risaltare la ricchezza di un nome che non ha voluto dimenticare niente delle bontà gastronomiche tipiche delle località toccate dalla gara. Benché il nome venne cambiato già dalle edizioni successive, la corsa non sfuggì alla “maledizione” che, con preoccupante regolarità, colpisce le Gran Fondo intitolate a prodotti gastronomici, facendole sparire in fretta e furia dopo poche edizioni. Appartengono, infatti, più alla memoria che all’attualità del granfondismo corse che nacquero in omaggio, ad esempio, alla mela trentina, al fungo porcino, alla cioccolata, al tartufo e altre ancora. Sia di monito agli organizzatori, quindi, non intitolare la proprie manifestazioni con nomi di qualcosa di commestibile. A parte gli scherzi, nonostante il cambio di denominazione, la “Tutti contro i pompieri”, nelle edizioni successive alla prima, conservò parecchie caratteristiche del proprio esordio. La partenza e l’arrivo rimasero sempre a Santo Stefano Belbo, paese natale di Cesare Pavese, situato ai margini delle Langhe il cui fascino ha fatto costantemente da sfondo alle pedalate dei partecipanti.

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