Nelle gare di un giorno una Deceuninck ridimensionata?

Se si parla delle squadre più attrezzate per le classiche, non si può non partire dalla Deceuninck QuickStep, che nel corso dei suoi ultimi anni, pur avendo buoni interpreti per i grandi giri (basti pensare al 5° posto di Alaphilippe al Tour 2019 o alle splendide prestazioni di Almeida all’ultimo Giro) ha sempre privilegiato la caccia alle gare d’un giorno. A dire il vero l’ultima stagione non è stata delle più proficue, ma ha regalato uno stimolo in più: la maglia iridata sulle spalle di Alaphilippe (nella foto della homepage), intenzionato a mettere da parte le effimere aspirazioni per i grandi Giri e puntare tutto su Classiche e Olimpiadi. L’intelaiatura della squadra rimane la stessa, con tanti uomini che possano supportare il francese ma anche sostituirlo, da Asgreen a Ballerini, da Bennett a Jakobsen, poi c’è il recupero di Evenepoel, stoppato dal terribile incidente alla Sanremo quand’era lanciato verso la leadership assoluta mondiale. La sensazione è che per il team sia l’ultima stagione prima di un profondo cambiamento, probabilmente incentrato proprio sul fuoriclasse belga.

Chi vuole recitare un ruolo importante nelle gare d’un giorno esattamente come nei grandi Giri è la Jumbo-Visma. Roglic ha dimostrato di poter eccellere in entrambi i campi, ma la punta per le classiche è certamente Wout Van Aert, chiamato alla riconferma dopo un 2020 stellare. Il belga ha a disposizione una squadra molto forte, anche se sembra avere un baricentro troppo spostato sulle gare a tappe, senza quegli uomini di supporto che gli servirebbero nelle classiche veloci come la Milano-Sanremo, dove però ha già dimostrato di sapersela cavare ugualmente…

Guardando i roster delle varie squadre, l’impressione è che proprio lo strapotere della Deceuninck QuickStep nel corso degli anni abbia spinto molti dirigenti a cercare spazi diversi, più improntati alle gare a tappa, magari medio-brevi, che alle classiche. Un team che ha sempre puntato sulle prove d’un giorno, come la Bora-Hansgrohe, è l’esempio lampante di un lento cambio di pelle: Peter Sagan è sempre il leader, ma l’aver superato i 30 anni sta spingendo i responsabili tedeschi a scegliere alternative, come Schachmann, Ackermann (uomo che potrebbe esaltarsi alla Sanremo), Kamna, ma anche a guardare verso altri lidi con gente come Keldermann o Konrad. Altre squadre seguono la stessa scia, chi invece mantiene un baricentro verso le classiche è l’EF Education -Nippo, dove Alberto Bettiol, pronto a un’altra Campagna del Nord da protagonista, trova una valida spalla nel danese Michael Valgren, non solo uomo di supporto ma in grado di prendere anche le redini della corsa.

Non è una squadra del World Tour, ma sarà un sicuro riferimento da seguire: stiamo parlando dell’Alpecin Fenix, con un Mathieu Van Der Poel in grande spolvero e pronto a fare incetta di successi prima di dedicarsi alla caccia all’oro olimpico nella Mtb. Intorno a lui i dirigenti hanno costruito una squadra di prim’ordine, portando dentro lo svizzero Silvan Dillier e il belga Xandro Meurisse e il velocissimo Jasper Philipsen, dando all’olandese non solo validi supporti ma anche gente in grado di cambiare strategie in corsa per favorirlo, esaltando la sua genialità. Sorpresa dell’ultim’ora, che cambia gli equilibri, è il passaggio dello svizzero Marc Hirschi, vincitore della Freccia Vallone e bronzo iridato, dalla DTM (ex Sunweb) all’Uae Team Emirates, un cambio inatteso che ridisegna le ambizioni del team arabo, che torva così un altro capitano per le classiche lasciando più tranquillo Pogacar per preparare il Tour.

Credito foto homepage: Luc Claessen/Getty Images