C’era una volta la “Gran Fondo del Monte Rosa”. Non venne proposta a lungo, ma all’esordio, nel 2001, raccolse una discreta popolarità. La sua prima edizione, infatti, fu subito inserita nel Campionato Gran Fondo UDACE, così da innalzare immediatamente l’attenzione dei cicloamatori nei confronti della corsa. Si partiva e si arrivava a Macugnaga, in provincia di Verbania, dove la passione e la volontà di organizzare manifestazioni di questo genere non è mai mancata. Con i suoi due percorsi, da 175 e da 120 chilometri, la prima “Gran Fondo del Monte Rosa” si distinse anche per la presenza al via di Eugeni Berzin, vincitore di un Giro d’Italia e, nel 2001, appena uscito dal mondo del professionismo. Nonostante il richiamo a una delle cime più alte delle Alpi, dal punto di vista altimetrico la “Gran Fondo del Monte Rosa” non rappresentava una fatica così proibitiva per i partecipanti. Il tracciato più lungo, infatti, si distribuiva su un dislivello di poco più di 2000 metri, accumulati superando le salite di Pian dei Sali, di Antoliva e della stessa Macugnaga. Per contro, senza le due prime salite, sostituite dall’ascesa al Colle di Craveggio, il percorso più breve impegnava i ciclisti su un dislivello di circa 1500 metri. Scorrendo l’albo d’oro della corsa, troviamo i nomi di chi, in quegli anni, otteneva i piazzamenti migliori anche nelle corse di richiamo nazionale. Bachini, Dondoglio, Ciavatti e Giucolsi, infatti, furono protagonisti a Macugnaga come seppero esserlo nelle corse più prestigiose del calendario granfondistico. Dal punto di vista organizzativo, la “Gran Fondo del Monte Rosa” si mantenne sempre su standard di tutto rispetto, garantiti, tra l’altro, da un numero di iscritti mai superiore alle sue potenzialità. L’immediato inserimento nel Campionato UDACE e la partecipazione dei big di allora, però, non furono sufficienti alla “Gran Fondo del Monte Rosa” per consolidare la propria presenza nel panorama cicloamatoriale, dal quale uscì dopo poche edizioni.

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