Raramente una vittoria è stata così attesa e cercata al punto che, dopo il traguardo anche gli avversari sono andati dal primo ad abbracciarlo e congratularsi. D’altronde la maledizione che Giacomo Nizzolo ha sfatato a Verona era ormai diventata una delle storie più discusse al Giro, 11 secondi posti avevano fatto del campione d’Europa quasi un caso da Guinness dei Primati. Il corridore della Qhubeka Assos ha saputo sfruttare al meglio non solo una volata priva ormai di alcune delle frecce della vigilia della corsa rosa, ossia i ritirati Ewan e Merlier, ma anche una evoluzione un po’ fuori dagli schemi.

Che qualcosa poteva cambiare rispetto alla trama prevista si era capito all’approssimarsi dell’ultimo km, quando il treno della Bora Hansgrohe con De Bondt e Oss era privo del capitano Sagan alle spalle, ma soprattutto quando il lavoro della Jumbo Visma stava per essere vanificato dalla scarsa condizione di forma di Dylan Groenewegen, che perdeva le ruote. A 700 metri dal traguardo ecco l’intuizione: Edoardo Affini piazzava una sparata straordinaria, da vero pistard, facendo il vuoto alle sue spalle e costringendo i velocisti ad anticipare lo sprint. Chi ne pagava le conseguenze era soprattutto Fernando Gaviria (Uae Team Emirates) mentre da dietro risaliva come un fulmine Nizzolo, che riacciuffava Affini a 50 metri per vincere nettamente.

Alla fine il suo sorriso era quello di un uomo che si era tolto un grande peso dalle spalle, un premio decisamente meritato per il campione europeo, al quale era sempre mancato quel guizzo in più non solo quest’anno. Certo, a Verona avrebbero voluto applaudire Viviani, il campione di casa appena nominato portabandiera azzurro alle prossime Olimpiadi, ma è evidente che nel treno Cofidis non si riesce mai a mettere tutti i vagoni in fila e spesso per fattori contingenti, come la sparata inattesa di Affini.

CLASSIFICA GENERALE

1 Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

2 Alexandr Vlasov (RUS-Astana) a 45”

3 Damiano Caruso (ITA-Bahrain Victorious) a 1’12”

LE MAGLIE

Maglia rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (classifica a punti): Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Maglia azzurra (classifica del GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

LA TAPPA DI DOMANI

Ora non si scherza più: con la tappa da Cittadella a Monte Zoncolan di 205 km ci si gioca una prima grossa fetta della corsa rosa. La situazione è abbastanza chiara: o Bernal darà un altro colpo agli avversari, avvicinandosi in maniera forte alla vittoria finale oppure si rimetterà tutto in gioco. La prima parte della frazione non presenta particolari difficoltà entrando in Friuli, poi la scalata della Forcella di Monte Rest a 60 km dalla conclusione sarà il giusto aperitivo per l’assalto finale, con i suoi 10,5 km al 6%. Tutto si giocherà comunque sullo Zoncolan, affrontato dal versante di Sutrio, 14,1 km all’8,9% di media ma con l’ultimo tratto costantemente sopra il 13% e punte addirittura al 27%. Una montagna per veri camosci e vista la gamba dimostrata Bernal potrebbe esserlo davvero, conoscendo anche la sua abitudine alle grandi pendenze mutuata dalla Mtb. Per la vittoria di tappa dipenderà da una eventuale fuga di giornata e dall’inserimento in essa di qualche buon scalatore.

credito foto Gazzetta

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