Doveva essere, quella da Modena a Cattolica, una tappa di semplice trasferimento e tutto aveva lasciato presagire che ci si giocava la corsa in volata, invece a poco meno di 4 km dal traguardo è arrivato un colpo di scena clamoroso: una caduta terribile che ha coinvolto a centro gruppo Mikel Landa (Bahrain Victorious) e Joe Dombrowski (Uae Team Emirates) vincitore della frazione di ieri. Colpa di un divisorio, uno dei tanti che purtroppo contraddistinguono i finali di tappa come anche le rotonde e che ha visto i due scontrarsi con l’addetto posto davanti per segnalarlo. Chi ne ha fatto le spese maggiori è stato lo spagnolo, incapace di rialzarsi e costretto al ritiro, con presumibili danni alla spalla destra tutti da verificare. Un peccato davvero, perché Landa nella frazione di ieri aveva dimostrato di essere in ottima condizione e pronto a dare quell’assalto a un grande giro che troppe volte gli è sfuggito. Una perdita pesante nell’economia della corsa.

Ancora una volta Giacomo Nizzolo chiude la frazione leccandosi le ferite. Questa volta il campione d’Europa aveva fatto tutto bene, chiudendo la porta alla straordinaria progressione della Cofidis con Consonni che aveva lanciato Viviani in maniera perfetta (quanto vorremmo rivedere azioni simili fra tre mesi sulla pista di Tokyo, nell’americana…), ma alla sua sinistra è rinvenuto fortissimo Caleb Ewan (Lotto Soudal) che una volta di più ha dimostrato di essere uno sprinter di razza, pur avendo dovuto impostare il rettilineo finale senza più uomini a tirarlo. Per Nizzolo l’ennesimo secondo posto e una maledizione che mai come questa volta sembrava sul punto di essere infranta, per Viviani un’altra buona volata e sensazioni positive, ma le occasioni disponibili cominciano a diminuire…

Tornando alla classifica, un altro corridore di spicco è uscito fuori e probabilmente sarà costretto a chiudere anzitempo la sua avventura: è Pavel Sivakov, il russo della Ineos Grenadiers caduto nel corso della tappa. Una perdita importante per Bernal, che nel giovane corridore dell’Est aveva una valida alternativa, ora tutto il peso della squadra è sulle sue spalle. De Marchi intanto vive un’altra giornata in rosa, ma domani avrà sicuramente da lavorare.

LA TAPPA DI DOMANI

Molte squadre ritengono la frazione da Grotte di Frasassi ad Ascoli Piceno, lunga 160 km con ben 3.400 metri di dislivello, ancora più pericolosa della recente frazione di Sestola che ha smontato e rimontato la classifica. A condizione però che si abbia il coraggio di renderla difficile, magari con attacchi mirati. Il percorso prevede una prima parte movimentata, con i due GM di Forca di Gualdo e Forca di Presta e soprattutto la scalata del San Giacomo, con pendenze non pronunciate inizialmente ma con il finale sopra il 10% e soprattutto con una lunghezza complessiva di ben 15,5 km. Qui si potrebbe tentare qualche azione importante, se non per conquistare la maglia rosa, almeno per estromettere qualche big. Una tappa ideale per gente come Ulissi (Uae Team Emirates) al quale piacciono i colpi di mano inaspettati o Yates se si trovasse al posto giusto nel finale.

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