Evenepoel, un altro fenomeno di una generazione pazzesca

Inutile girarci intorno, quello di Wollongong potrebbe essere solo l’inizio. Dal 1989 il belga è il primo atleta capace di vincere nello stesso anno un grande giro e il mondiale, se poi a questo aggiungiamo una classica Monumento come la Liegi-Bastogne-Liegi e altre vittorie di peso come la Classica di San Sebastian si capisce come siamo di fronte a un campione in grado di contraddistinguere un’epoca come solo i grandissimi hanno saputo fare. Evenepoel si sta riprendendo quel che la sfortuna, il covid e anche qualche suo errore gli hanno tolto nel 2020-2021.

Più che la vittoria in sé è come essa è arrivata. Su un percorso rivelatosi più severo e interessante del previsto (anche che tracciato per ruote veloci…), Remco è andato via quando la gara era ancora tutta da costruire, prendendo in controtempo tutti gli altri favoriti. Solo il kazako Lutsenko aveva capito la portata della sua azione e ha provato a tenere la sua ruota, senza riuscirci. Poi la corsa è diventata una sfida fra il belga e il gruppo con Evenepoel che non perdeva nulla e questo sappiamo essere quel “quid” che contraddistingue solo i grandissimi. La sensazione è che il belga non solo ci potrà regalare altre imprese del genere, ma che abbia tutte le caratteristiche per poter ambire a ogni tipo di corsa. Intanto fra due settimane proverà a bagnare la sua maglia iridata con la vittoria al Lombardia, corsa con la quale ha un conto in sospeso da due anni, ma quella terribile caduta del 2020 che gli stava per costare la carriera e che ha bloccato per molti mesi la sua crescita.

Il mondiale australiano ha detto anche altro: innanzitutto che una corsa senza radioline, senza che i corridori siano guidati come marionette da una regia esterna è molto più bella e appassionante, anche se gli stessi sono costretti a correre al buio. Si è vista la disabitudine quando si sono dovute giocare le altre medaglie, con molti corridori del gruppo che non avevano capito quale fosse la reale situazione di classifica. Questo un po’ ridimensiona anche gli altri big del ciclismo contemporaneo, da Van Aert a Pogacar, evidentemente a disagio in questo tipo desueto di ciclismo.

L’Italia ha fatto il suo, correndo sempre all’attacco, piazzando due corridori nella Top 10 e vivendo con Rota, sempre più protagonista, anche l‘emozione di una caccia alla medaglia che sembrava a un certo punto fattibile. La trasferta australiana conferma però come il ciclismo italiano, soprattutto a livello giovanile, sia in forte ritardo. La crisi che stiamo attraversando ha tutti i connotati per essere lunga perché non abbiamo gli strumenti per fronteggiarla non essendoci cautelati per tempo. Non ci manca solo, come si dice da più parti, una squadra WorldTour ma quel che servirebbe è soprattutto una filiera legata ad essa, con una formazione junior e under 23 che siamo strettamente collegate alla stessa e che permettano ai nostri migliori talenti di crescere con le giuste tappe confrontandosi via via con i migliori campioni stranieri. Continuando invece a vivere nel nostro orticello, con il nostro calendario strabordante e poco ordinato, non andremo molto lontano, anzi stiamo rischiando di cadere nelle stesse sabbie mobili anche con il rigoglioso movimento femminile, che anche a Wollongong tramite la Persico non ha tradito le attese.

I PODI MONDIALI

Uomini

Gara in linea Professionisti:
1 Remco EVenepoel (BEL), 2 Chris Laporte (FRA) a 2’21”, 3 Michael Matthews (AUS)
Italiani: 5 Matteo Trentin, 8 Alberto Bettiol, 13 Lorenzo Rota, 33 Nicola Conci a2’31”, 46 Andrea Bagioli a3’01”,
63 Davide Ballerini a 6’11”, 85 Samuele Battistella a 9’31”, rit. Edoardo Affini

Gara in linea Under 23:
1 Yevgeniy Fedorov (KAZ), 2 Mathias Vacek (CZE) 1”, 3 Soren Waerenskjold (NOR) 3”
Italiani: 23 Nicolò Buratti a 58”, 25 Lorenzo Milesi a 1’14”, 35 Nicolò Parisini a 3’37”, 42 Martin Marcellusi, 52 Davide De Pretto a 8’43”

Gara in linea Juniores:
1 Emil Herzog (GER), 2 Antonio Morgado (POR), 3 Vlad Van Mechelen (BEL) a 55”
Italiani: 14 Matteo Scalco a 2’22”, 35 Simone Gualdi a 11’50”, rit. Giovanni Zordan,
Dario Igor Belletta e Federico Savino

Cronometro Professionisti:
1 Tobias Foss (NOR), 2 Stefan Kung (SUI) a 3”, 3 Remco Evenepoel (BEL) a 9”
Italiani: 7 Filippo Ganna a 56”, 13 Edoardo Affini a 1’28”, 15 Matteo Sobrero a 1’34”

Cronometro Under 23:
1 Soren Waerenskjold (NOR), 2 Alec Segaert (BEL) a 17”, 3 Leo Hayter (GBR) a 25”
Italiani: 10 Lorenzo Milesi a 1’05”, 16 Davide Piganzoli a 1’45”

Cronometro Juniores: 1 Joshua Tarling (GBR), 2 Hamish McKenzie (AUS) a 19”,
3 Emil Herzog (GER) a 33”. Italiani: 13 Nicolas Milesi a 1’57”, 25 Renato Favero a 2’54”

Donne

Gara in linea Elite:
1 Annemiek Van Vleuten (NED), 2 Lotte Kopecky (BEL) a 1”, 3 Silvia Persico (ITA)
Altre italiane: 10 Elisa Longo Borghini, 17 Sofia Bertizzolo a 13”, 31 Silvia Zanardi a 4’57”, 48 Elena Cecchini a 7’39”, 49 Elisa Balsamo, 71 Marta Bastianelli a 12’42”, rit. Vittoria Guazzini

Classifica Under 23 (in gara con le elite):
1 Niamh Fisher-Black (NZL), 2 Pfeiffer Georgi (GBR), 3 Ricarda Bauernfeind (GER)
Italiane: 6 Silvia Zanardi a 4’56”, rit. Vittoria Guazzini

Gara in linea Juniores:
1 Zoe Backstedt (GBR), 2 Eglantine Rayer (FRA) a 2’07”, 3 Nienke Vinke (NED)
Italiane: 4 Francesca Pellegrini a 2’19”, 8 Eleonora Ciabocco a 2’21”, 23 Gaia Segato a 2’46”, 40 Federica Venturelli a 6’22”, 47 Alice Toniolli

Cronometro Elite:
1 Ellen Van Dijk (NED), 2 Grace Brown (AUS), 3 Marlen Reusser (SUI) a 41”
Italiane: 4 Vittoria Guazzini a 52”, 23 Arianna Fidanza a 3’41”

Classifica Under 23 (in gara con le elite):
1 Vittoria Guazzini (ITA), 2 Shirin Van Anrooij (NED) , 3 Ricarda Bauernstein (GER)

Cronometro juniores:
1 Zoe Backstedt (GBR), 2 Justyna Czapla (GER) a 1’36”, 3 Febe Jooris (BEL) a 1’49”
Italiane: 15 Alice Toniolli a 2’22”, 24 Federica Venturelli a 3’00”

Team Relay:
1 Svizzera (Stefan Kung, Stefan Bissegger, Mauro Schmid, Nicole Koller, Elise Chabbey, Marlen Reusser),
2 Italia (Filippo Ganna, Edoardo Affini, Matteo Sobrero, Elena Cecchini, Vittoria Guazzini, Elisa Longo Borghini) a 3”,
3 Australia (Luke Durbridge, Michael Matthews, Luke Plapp, Sarah Roy, Georgia Baker, Alexandra Manly) a 38”

Credito foto homepage: sport service