Hindley in rosa, la Bora ha indovinato la mossa

Come era ormai chiaro, il Giro d’Italia si è giocato tutto sugli ultimi 5 km della Marmolada. La lunga melina della Ineos Grenadiers non ha pagato, questa volta a far festa è la Bora Hansgrohe di Jai Hindley, uno dei nuovi acquisti della squadra tedesca ristrutturata proprio per puntare ai grandi giri. L’australiano ha conquistato la maglia rosa dando scacco matto a Carapaz grazie non solo alla sua superiorità in salita, ma anche a una scelta tattica perfettamente indovinata dalla squadra. E’ bene chiarire che la tappa è stata vinta da Alessandro Covi e anche la sua è stata un’impresa, ma la soluzione del grande mistero che ci ha accompagnato per tre settimane merita la preminenza.

Carapaz, sulle durissime rampe della Marmolada, sembrava aver la tavola apparecchiata, con la Bahrain e la Bora che non avevano compagni per i loro Landa e Hindley. L’ecuadoriano aveva invece Sivakov, ammirevole nel tirare il gruppetto sulle prime rampe. Landa è stato quello che ha pagato, ma quando il russo-francese si è fatto da parte, invece di assistere alla stoccata di Carapaz si è visto Hindley mettersi a tirare trovando Kamna, che era entrato nella fuga della prima ora lasciando poi andare chi puntava alla tappa per aspettare il capitano. Lo strattone del tedesco è stato decisivo, ha stritolato la resistenza di Carapaz incapace di rispondere a Hindley quando questo ha fatto il suo unico, decisivo attacco. L’olimpionico si è progressivamente spento, su di lui sono rientrati e l’hanno superato Carthy e Landa, alla fine il divario è stato molto pesante, tanto che prima della crono conclusiva si trova con 1’25” di svantaggio.

Una sorta di risarcimento per Hindley a due anni dalla beffa del Giro 2020: anche allora conquistò la rosa nella penultima tappa strappandola ancora a uno della Ineos, Geoghegan Hart, ma allora non aveva il bottino di secondi che poteva garantirlo come invece sembra avere ora. L’australiano partirà infatti con 1’25” su Carapaz e 1’51” su Landa, che a cronometro può anche tentare il sorpasso sul ecquadoriano decisamente sconfitto nel morale.

La tappa però ha visto un azzurro conquistare il prestigioso successo, quell’Alessandro Covi del quale da tempo si dice un gran bene, forse il miglior prospetto del ciclismo italiano attuale se non per le corse a tappe, come cacciatore di grandi successi parziali. Il corridore della Uae ha fatto un capolavoro, attaccando i rivali in fuga sin dal San Pellegrino sulle lunghe rampe del Pordoi, aggiudicandosi il traguardo della Cima Coppi per poi accumulare secondi in discesa. Sul Fedaia ha dovuto soffrire come non mai per rintuzzare il ritorno dello sloveno Novak (Bahrain Victorious) ma alla fine ha chiuso da dominatore con 32” di vantaggio, mentre Giulio Ciccone (Trek Segafredo) andava a conquistare il terzo posto a 37”. E a proposito di italiani, non va dimenticata la strenua difesa del quarto posto da parte di Vincenzo Nibali (Astana), che nella crono finale si giocherà il piazzamento con Bilbao (Bahrain Victorious) e Hirt (Intermarché Wanty Gobert) tutti racchiusi in poco più di un minuto.

LA TAPPA DI DOMANI

Resta solo la cronometro con partenza e arrivo a Verona, di complessivi 17,4 km chiamata a dare gli ultimi responsi. Hindley ha sì un tallone d’achille nelle prove contro il tempo, ma appare difficile che possa perdere un minuto e mezzo su un tragitto così contenuto. La prima partenza avverrà alle 13,55, intorno alle 17,15 sapremo chi è ufficialmente la maglia rosa 2022.

foto Covi (foto Sprincyclingagency)