Più che la notizia della vittoria di De Bondt, la quart’ultima giornata del Giro d’Italia passa alla storia per il forzato ritiro di Joao Almeida, che ha riportato alla corsa rosa uno spettro che sembrava legato allo scorso anno: quello del Covid. Il corridore lusitano della Uae Team Emirates ha visto vanificati tutti i suoi sforzi risultando positivo al controllo prima della corsa, pur senza sintomi. Obbligata la decisione della giuria di escluderlo dalla corsa, come da regolamento annunciato alla vigilia della partenza da Budapest.

La corsa rosa perde così uno dei suoi protagonisti anche se ieri aveva perso più di un minuto per un errore di alimentazione, ma era ancora in lotta quantomeno per il podio ed era un’alternativa al trio di testa Carapaz-Hindley-Landa, ormai certo di giocarsi la vittoria finale nei tre giorni che rimangono. Il portoghese era oltretutto l’unico dei quattro che poteva confidare fortemente nei 17 km finali a cronometro, gli altri si equivalgono anche in quel frangente.

Venendo alla tappa di Treviso, ancora una volta le previsioni di una gara controllata dalle squadre dei velocisti sono andate deluse. Loro debolezza dopo tre settimane di corsa? Un ennesimo errore di valutazione? Fatto sta che la fuga di 4 corridori scaturita poco dopo il via è arrivata al traguardo, evitando la furiosa quanto tardiva rimonta del gruppo. A vincere è stato Dries De Bondt belga dell’Alpecin Fenix che al di là di Mathieu Van Der Poel ha davvero corso un Giro ricco di soddisfazioni. Battuto di pochi cm Edoardo Affini (JUmbo Visma), terzo quello che a conti fatti poteva essere considerato il favorito del quartetto, il danese Magnus Cort-NIelsen (EF Education EasyPost) e quarto Davide Gabburo (Bardiani CSF Faizané), già secondo a Napoli. Da notare la grande paura occorsa a Hindely, fermato da una foratura al pari di Guillaume Martin, ma per fortuna era già passato il cartello dei 3 km al traguardo e quindi della neutralizzazione. Che sia un segnale da parte della dea fortuna?

LA TAPPA DI DOMANI

E’ la due giorni decisiva per l’assegnazione della maglia rosa, almeno se si vuole evitare le forche caudine della cronometro finale di Verona. La prima delle due tappe di montagna va da Marano Lagunare al Santuario di Castelmonte attraverso 177 km. Dopo le ascese di “assaggio” di Villanova Grotte e Passo di Tanamea ecco il Kolovrat in terra slovena con 10,3 km al 9,2% dove sarà soprattutto confronto di squadre, prima della salita finale al Santuario di Castelmonte, 7,1 km per 7,8% di pendenza media ma punte del 14%. Se prima si lascerà andare una fuga, se si proverà a fare gioco di logoramento, su questi 7 km sarà sfida aperta fra Carapaz, Hindley e Landa, vedremo se ancora una volta arriveranno insieme o qualcuno cederà.

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