Demare fa il bis

A ben guardare lo sprint di Scalea, per la sesta tappa del Giro d’Italia,  si ha netta la sensazione di aver assistito a una scuola della volata, con tutto quello che si deve e non si deve fare. Alla fine ha vinto Demare (Groupama FDJ) perché è il più forte? Forse, sicuramente perché ha sbagliato meno.

A lanciare la volata, dopo una tappa vissuta tutta sulla lunga fuga di Diego Rosa, è stata la Quick Step Alpha Vynil, ma Morkov questa volta ha lasciato Cavendish all’aria troppo presto. Il mannese una volta avrebbe anche proseguito la progressione per 200 metri, ma ora, a 37 anni, quella sua capacità di accelerare ancora negli ultimi 10 metri si è affievolita. Anche Demare si è trovato presto allo scoperto, ma davanti aveva Ewan (Lotto Soudal) che sembrava lanciato verso il suo primo successo. Demare lo ha pian piano risucchiato battendo con il colpo di reni e questa sua rimonta sicuramente ha fatto male al tasmaniano, soprattutto alla sua autostima, confermando che almeno finora questa non è proprio la sua stagione.

Nizzolo è stato ancora il migliore degli italiani: quinto. L’ex campione d’Europa appare però in progresso di condizione e chissà che risalendo la penisola non trovi l’occasione giusta. Domani intanto si torna a salire in una tappa che potrebbe anche regalare sorprese.

LA TAPPA DI DOMANI

Si va da Diamante a Potenza attraverso 196 km molto nervosi. La frazione che collega Calabria e Basilicata si presta a colpi di mano con le sue 4 salite presenti e i 4.510 metri di dislivello. Probabile che il vincitore venga fuori da una fuga, soprattutto se il gruppo lascerà spazio ma non è improbabile che qualcuno, soprattutto fra quelli che devono recuperare terreno, provi a recuperare (Fortunato? Nibali? Dumoulin o Foss?). Potrebbe anche essere una buona frazione per chi vuole un po’ stravolgere le gerarchie fra le squadre: la Bora Hansgrohe potrebbe anche lanciare all’attacco una delle sue punte.

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