Sull’Etna svetta Lopez, ma sorride Carapaz

Due tappe in una. La frazione da Avola a Nicolosi con la scalata dell’Etna ha detto molto, anche se chi si attendeva la prima battaglia fra i pretendenti alla maglia rosa è rimasto deluso. Più che lotta di singoli, è stata lotta di squadre e questo influirà più di quanto si pensi sull’economia della corsa rosa, che intanto ha premiato il tedesco Lennart Kamna (Bora Hansgrohe) con la vittoria di tappa e lo spagnolo Juan Pedro Lopez (Trek Segafredo) con la maglia rosa.

La frazione è vissuta sulla fuga di 14 corridori, che hanno rapidamente accumulato minuti e lì si è capito che nessun team aveva interesse a tenerli a freno, visto che Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix) ha tenuto fede alle proprie intenzioni e ha lasciato subito libertà alla squadra, tanto che Stefano Oldani si è inserito nel gruppetto e ha anche tentato la soluzione da lontano imboccando la scalata dell’Etna in testa. Su di lui, quando le pendenze si sono fatte troppo aspre, è rientrato Lopez, iberico di 24 anni che già si era messo in mostra con la seconda piazza nella classifica dei giovani al Giro dei Paesi Baschi. Kamna ha preso la salita più tranquillamente, ma poi innestando il lungo rapporto ha via via recuperato fino a raggiungere l’iberico, aggiudicandosi la tappa come aveva fatto due anni fa al Tour. Per lui è il segno del completo recupero dopo un 2021 deficitario.

Dietro intanto si è capito che il padrone del Giro per ora è Carapaz. L’ecuadoriano vincitore del Giro 2019 non si è mosso in prima persona, ma ha messo la sua squadra alla frusta e il ritmo imposto ha via via sgretolato il gruppo. Ne hanno fatto le spese Tom Dumoulin (Jumbo Visma) con la squadra belga che di fatto ha visto scomparire tutte le sue punte; Vincenzo Nibali (Astana) sul quale il team kazako sperava dopo che al mattino il colombiano Miguel Angel Lopez aveva alzato bandiera bianca per un problema all’anca; Domenico Pozzovivo (Intermarché Wanty Gobert) che perlomeno ha tenuto fin quasi all’arrivo. Il gruppo si è ridotto a meno di 20 corridori e ciò che fa pensare è che mentre altri candidati alla rosa come Almeida (Uae Team Emirates) e Bardet (Team Dsm) hanno tenuto in solitudine, Simon Yates (EF Education EasyPost) aveva ancora uomini con sé, il che fa presupporre che sia lui al momento il rivale principale per la Ineos, ma attenzione anche alla Bora Hansgrohe perche le sue punte (Kelderman, Hindley, Buchmann) erano tutte nel gruppo di Carapaz. Il problema ora è se la formazione teutonica saprà fare il Ponzio Pilato, ossia evitar di lavorare per difendere la maglia di Kamna, puntando a qualcosa di più redditizio da qui in avanti.

Un cenno finale sugli italiani: nel gruppo di Carapaz era rimasto il solo Ciccone (Trek Segafredo). Almeno da lui è arrivato un segnale, mentre l’altro giovane atteso, Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa) ha vissuto un’altra brutta giornata.

LA TAPPA DI DOMANI

Dopo le emozioni dell’Etna, la quinta tappa del Giro sarà riservata ai velocisti con la frazione che collega Catania a Messina attraverso 174 km. Prevedibile il lancio di una fuga, ma se le squadre vorranno costruire la volata difficilmente lasceranno troppo spazio. Cavendish (Quick Step Alpha Vynil) punta al bis dopo la vittoria in Ungheria, vedremo soprattutto se Caleb Ewan (Lotto Soudal), Araud Demare (Groupama FDJ) e Fernando Gaviria (Uae Premier Tech) sapranno prendersi la rivincita.

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