Arriva la scalata dell’Etna: non ci si può nascondere

Prima giornata di riposo al Giro d’Italia, necessaria per spostare tutte le masserizie dalla lontana Ungheria fino in Sicilia (cosa vera fino a un certo punto, visto che ogni squadra ha predisposto un doppio set di materiale). Tre tappe non potevano certo dire molto in ottica classifica, ma qualcosa si è visto.

Van Der Poel ha già ottenuto la gran parte degli obiettivi della vigilia. Domani non si dannerà certo l’anima per difendere la maglia sulle dure rampe dell’Etna, che da parte loro diranno già qualcosa per chi vuole puntare alla classifica. In quest’ottica tutti puntano su Simon Yates, che ha dimostrato nella crono di Budapest di essere quello attualmente più brillante, ma a parte il fatto che prendere la maglia già in Sicilia potrebbe essere più un danno che altro, il britannico non ha mai dato segnali di tenuta nelle tre settimane e questa brillantezza iniziale potrebbe rivelarsi un boomerang.

Di sapore esattamente contrario l’inizio di Giro di Richard Carapaz, rimasto abbastanza coperto in Ungheria anche se quand’è servito, come sulla rampa finale di Visegrad, lui c’era. Sull’Etna è presumibile che lo vedremo davanti, bisognerà capire se vorrà attaccare o, come annunciato alla vigilia del Giro, correrà in difesa per risparmiare energie in vista della decisiva terza settimana.

Sulla montagna sicula chi sarà chiamato ad attaccare è chi in Ungheria ha perso oltre le sue aspettative. Miguel Angel Lopez in primis, decisamente giù di tono a fronte di un Nibali invece molto appariscente. Lo Squalo è un po’ renitente a puntare alla classifica e ha ragione, ha bisogno di avere la mente libera il colombiano resta il leader dell’Astana, ma dovrà necessariamente battere un colpo e guadagnare terreno sui rivali. Stesso discorso per Mikel Landa, che ha pagato la crono a lui sempre indigesta, un’alleanza con il colombiano farebbe bene a entrambi.

Chi dovrà prendere di petto l’Etna saranno i due italiani che alla vigilia erano considerati gli elementi chiave per la classifica: Giulio Ciccone (Trek Segafredo) e Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa). Per loro l’inizio magiaro è stato disastroso, soprattutto per il secondo, sull’Etna si capirà se potranno ancora ambire a qualcosa o dovranno ripiegare su qualche tappa. Quel che è certo è che l’Ungheria ha confermato come lo stato di salute del ciclismo italiano sia quanto meno cagionevole.

LA TAPPA DI DOMANI

Si va da Avola a Nicolosi, o per meglio dire al Rifugio Sapienza sull’Etna per complessivi 172 km. E’ il primo vero test di classifica, il primo arrivo in salita. L’ascesa di Buccheri servirà a scaldare i motori per la salita finale, da Biancavilla lungo la Strada Milia superando l’Osservatorio Astrofisico. La lunghezza della scalata è di 22,8 km, con punte di pendenza del 15%. Non ci si potrà nascondere, fondamentale sarà il lavoro delle squadre nella prima parte, ma poi starà alle gambe di chi ne ha di più e vuole recitare un ruolo da protagonista.

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