Ganna, un quinto posto a due facce

E’ difficile giudicare la cronometro olimpica, è chiaro che quando chiudi al quinto posto a 2” dal podio la delusione è grandissima, eppure dalla prestazione di Filippo Ganna c’è qualcosa da recuperare. Si sapeva bene che il percorso non si prestava alle sue caratteristiche, con gli oltre 800 metri di dislivello da coprire. Guardando la sua gara non si può parlare neanche di un cedimento perché Dumoulin (NED), Dennis (AUS), Kung (SUI) e Ganna sono rimasti sempre in lotta sul filo dei secondi. Certo, il finale gli è stato sfavorevole, proprio lì forse gli sono venuti meno quei due secondi che hanno sancito una nuova delusione in una Olimpiade che, a livello generale, si sta rivelando molto sfortunata per i colori italiani almeno per il numero delle medaglie d’oro. Vero anche che la sua condizione di forma non è sembrata negativa e questo fa ben sperare per la prossima settimana, quando Ganna sarà chiamato a pilotare il quartetto dell’inseguimento azzurro su pista verso la medaglia più preziosa.

L’oro non è mai stato in discussione. Lo sloveno Primoz Roglic si è messo alle spalle la delusione del Tour svanito per una caduta, e l’anonima prestazione nella gara olimpica su strada, interpretando al meglio una cronometro che sembrava calzargli a pennello. Il corridore della Jumbo Visma ha mostrato una superiorità tale quasi da interpretare la seconda parte di gara in “controllo”, quasi con sufficienza (vedi quando per un po’ ha viaggiato insieme ad Asgreen (DEN) e Almeida (POR), partiti molto prima di lui). La vera delusione è stato Wout Van Aert, il belga che tutti davano per favorito e che è sembrato accusare le fatiche di un’intera stagione, soprattutto la dispendiosissima condotta della gara in linea di sabato scorso. L’argento ha invece premiato il ritorno alle gare, dopo il ritiro annunciato a inizio stagione, di Tom Dumoulin, un altro dei personaggi tormentati che contraddistinguono questa strana Olimpiade post-Covid. Bronzo a Dennis, l’australiano che quando conta c’è sempre.

Ancora più marcato il dominio della Annemiek Van Vleuten nella gara femminile: anche per l’olandese si può parlare di un percorso perfettamente aderente alle sue caratteristiche di passista scalatrice, tanto che solamente la svizzera Marlen Reusser, sorpresa di giornata, è riuscita a contenere il distacco sotto il minuto. Terza l’altra olandese Anna Van der Breggen. Dietro da notare il settimo posto di Chloe Dygert, l’americana che senza il terribile incidente dei Mondiali 2020 di Imola, nel quale si temette anche per la sua vita, sarebbe stata la favorita d’obbligo. Averla vista in gara è già un risultato importante. Decima Elisa Longo Borghini, apparsa decisamente scarica dopo il bronzo nella prova in linea. Il ciclismo su strada chiude qui, ora spazio alla pista.

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