Tutti contro il favorito Van Aert

Tutto in un giorno. Nel weekend le Olimpiadi di Tokyo aprono i battenti per assegnare le prime delle 339 medaglie d’oro in palio e ad inaugurare la rassegna più attesa del quadriennio (che per situazioni contingenti è diventato un quinquennio) saranno proprio le prove su strada di ciclismo. Due gare dalla difficile interpretazione tattica perché il particolare meccanismo di qualificazione impedisce la partecipazione di nazionali molto corpose: solo 5 Paesi potranno presentare un massimo di 5 uomini in campo maschile 4 al femminile, non sufficienti per controllare la corsa.

Il percorso è duro, con la prima parte che prevede la scalata del Monte Fuji, la montagna più famosa del Giappone che farà sicuramente vittime. Ci si attende una selezione naturale che lascerà solo i più in forma a giocarsi il titolo, ma l’evoluzione della stagione ha eletto un favorito assoluto nel belga Wout Van Aert: guardando al tracciato, identikit del più adatto corrisponde a quello del corridore della Jumbo Visma, che arriva a Tokyo in forma smagliante, palesata con le vittorie nelle due ultime tappe del Tour. Proprio la stretta distanza che intercorre dalla fine del Tour alla gara di sabato è l’incognita intorno al belga, come anche intorno alla maglia gialla Pogacar, che pur avendo a disposizione un uomo in meno e dovendo convivere con Primoz Roglic che molte speranze ripone sulla gara olimpica, non si può non considerare come la principale alternativa a Van Aert. Un’altra incognita per il belga è capire che nel suo team ci sarà sufficiente coesione, considerando la presenza di Evenepoel che punta tutto sull’Olimpiade per raddrizzare una stagione finora lontana dalle sue aspettative.

Decisiva per l’assegnazione delle medaglie risulterà la struttura tattica della corsa e qui interviene il cittì Davide Cassani, uomo sul quale sono da riporre le maggior speranze italiche: tutto dipenderà da che cosa Cassani sarà riuscito a inventarsi per portare un italiano su un podio che sulla carta ci è proibito. Probabilmente Nibali sarà l’uomo della fuga da lontano, Caruso l’uomo per emergere sull’aspra ascesa del Mikuni Pass, Moscon il finisseur pronto a entrare nell’azione decisiva, il marcatore stretto dei due favoriti. Attenzione però perché di pretendenti legittimi al podio ce ne sono tantissimi: da Valverde (ESP) a Fuglsang (DEN), da Gaudu (FRA) a Woods (CAN) e altri, per la maggior parte usciti dal Tour con le gambe rodate.

Domenica sarà la volta delle donne e qui il discorso tattico è molto più semplice: tutte contro il quartetto olandese, un “dream team” come l’ha chiamato la cittì arancione Loes Gunnewijk con le 4 V (Van Der Breggen, Van Vleuten, Vollering, Vos). L’incognita è se le 4 saranno disposte a collaborare, ma la loro tattica è semplice: le prime 3 cercheranno la fuga, la Vos punterà su un arrivo ristretto per sfruttare le sue doti in volata. Alle altre non resta che provare a scardinare le sicurezze olandesi per trovare posto sul podio e fra queste grandi speranze le nutre Elisa Longo Borghini, che ha la sola chance di indovinare la fuga giusta per ripetere Rio. Chiaramente, se si formerà un gruppo di 3, toccherà all’azzurra lavorare di più, sapendo che non ha dalla sua una volata sufficiente per vincere. L’alternativa italiana si chiama Marta Bastianelli, simile alla Vos ma che sconta una minore tenuta in salita.

Mercoledì poi sarà il giorno delle crono: in campo femminile il discorso non cambia, un altro titolo prenotato dalle olandesi con la Longo Borghini che ha lavorato molto contro il tempo per cercare una difficile medaglia. In campo maschile si preannuncia battaglia fra Van Aert, ancor più favorito che nella prova in linea, Roglic, Kung (SUI) e l’incognita Dumoulin (NED), che ha accantonato i propositi di ritiro pensando proprio all’oro olimpico contro il tempo. Il campione del mondo è Filippo Ganna, tutti si aspettano da lui l’oro, ma il percorso non gli si addice: già conquistare una medaglia sarebbe un gran risultato, soprattutto per il morale in vista della sfida dell’inseguimento a squadre su pista. Ma attenzione, perché le Olimpiadi sono fatte apposta per stravolgere sempre ogni pronostico…

Credito foto: cyclingnews.com