Colpa del riposo o del mal di schiena? Fatto sta che la tappa di Sega di Ala ha fatto registrare il primo vero momento di difficoltà della maglia rosa Egan Bernal. A 3,8 km dalla conclusione della frazione il colombiano ha risposto all’attacco di Simon Yates (Bikeexchange) in compagnia di Daniel Martinez, suo compagno di squadra che si è messo a fare il ritmo. E’ stato quello il grande errore, perché Bernal ha iniziato a cedere e mentre il britannico andava via insieme al portoghese Almeida (Deceuninck Quick Step), la maglia rosa dimostrava di faticare anche a seguire il suo compagno.

La tappa trentina ha fatto molti danni in classifica: mentre davanti l’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) andava a completare l’ennesima fuga vincente di questo strano Giro d’Italia diventando il 102° corridore capace di vincere una frazione in tutti e tre i grandi giri, Yates aumentava progressivamente il suo vantaggio su Bernal, recuperandogli alla fine 57” comprensivi di 4” di abbuono. Il colombiano arrivava al traguardo insieme al secondo in classifica, un encomiabile Damiano Caruso (Bahrain Victorious) che ha saputo correre con grande sagacia tattica, spendendo sempre il giusto. Forse di qui alla fine non basterà per rimanere secondo, ma certamente il siciliano si sta dimostrando uno dei più abili interpreti di corse a tappe. Molto più dietro invece Romain Bardet (FRA-Team Dsm) e Alexandr Vlasov (RUS-Astana), mentre Giulio Ciccone (Trek Segafredo) ha perso posizioni anche a causa di una caduta nella discesa dal San Valentino, senza gravi conseguenze fisiche ma che l’ha costretto a un’affannosa rincorsa con la bici malmessa nel cambio.

Probabilmente aveva ragione Brent Copeland, il manager della Bikeexchange quando dopo la tappa del Giau incitava il suo pupillo a provarci ancora a sovvertire questo Giro, imputando la sua crisi al freddo sempre poco gradito. E’ chiaro che a questo punto la corsa rosa si riapre totalmente, anche se il colombiano ha ancora un buon vantaggio, ma con due frazioni di salita in programma tra venerdì e sabato e una cronometro terreno più adatto a Yates, tutto è ancora possibile. Intanto però molto passerà dalle mani del massaggiatore di Bernal, chiamato già stasera a rimettere a posto un fisico che ha mostrato i primi scricchiolii.

CLASSIFICA GENERALE

1 Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

2 Damiano Caruso (ITA-Bahrain Victorious) a 2’21”

3 Simon Yates (GBR-Team Bikeexchange) a 3’23”

LE MAGLIE

Maglia rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (classifica a punti): Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Maglia azzurra (classifica del GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

LA TAPPA DI DOMANI

Con i suoi 231 km di corsa, la tappa da Rovereto a Stradella è la più lunga di questo Giro d’Italia. Non ci sono difficoltà per almeno 200 km, poi una serie di saliscendi potrebbe dare la stura a qualche attacco, ma difficilmente le squadre dei velocisti a quel punto lasceranno spazio. Si preannuncia una sfida fra Viviani (Cofidis) e Gaviria (Uae Team Emirates) con la maglia ciclamino Sagan (Bora Hansgrohe) a far da terzo incomodo, ma attenzione alla distanza, che a fine Giro potrebbe anche influire su fisici ormai provati. Le sorprese potrebbero essere sempre dietro l’angolo.

Credito foto Eurosport

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