Giro chiuso? Probabilmente sì, se guardiamo alla conquista della maglia rosa, appare davvero difficile mandare in crisi il Bernal attuale, soprattutto perché supportato da una Ineos Grenadiers che sembra tornata ai suoi antichi fasti. Tutto già scritto? No, le ultime cinque giornate possono ancora regalare emozioni perché in ballo c’è ancora tanto.

Bisognerà innanzitutto vedere come i vari leader assorbiranno la seconda giornata di riposo, che nel bel mezzo delle Alpi ha spesso mandato in crisi più di un campione. Il Giro di Evenepoel (Deceuninck Quick Step), ad esempio, è finito proprio con il primo riposo che ha mandato in tilt i suoi delicati meccanismi. La sensazione è che se Bernal riuscirà a superare indenne la giornata di domani, il resto sarà una lunga discesa verso Milano.

Il podio però deve ancora essere disegnato: Damiano Caruso (Bahrain Victorious) sogna un secondo posto che darebbe un senso diverso a tutta la sua carriera, nella quale ha dimostrato di essere uno specialista sopraffino delle grandi corse a tappe (non dimentichiamo la Top 10 all’ultimo Tour corso da gregario). Il siciliano dovrà difendersi dall’assalto di molti, a cominciare da quel Simon Yates (Bikeexchange) andato in crisi sul Giau per il freddo ma sul quale il suo diesse Copeland continua ad alitare addosso incitandolo ad andare all’attacco di Bernal, sognando ancora una maglia rosa quantomeno improbabile, anche se il britannico avrà dalla sua la cronometro finale.

Attenzione a Romain Bardet (Team Dsm), il francese apparso rinvigorito dal cambio di squadra e che sembra il maggior candidato a qualche attacco nelle ultime tappe alpine. Sul Giau è emerso come il più brillante, Bernal a parte e potrebbe anche sfruttare le discese per stravolgere le gerarchie di corsa. Alexandr Vlasov (Astana) continua a nascondersi, forse ha le energie in calo e dimostra di non essere ancora attrezzato per le tre settimane, ma non va sottovalutato. Di Ciccone (Trek Segafredo) che dire… molti lo criticano per il suo essere poco attaccante, invece proprio questa sua nuova dimensione, più controllata, suona come un ulteriore salto di qualità, se saprà gestirsi potrebbe ancora guadagnare posizioni in classifica.

Cinque giornate alla fine che per il ciclismo italiano devono ancora dire qualcosa d’importante: la “moria” di velocisti potrebbe finalmente regalare scampoli di gloria a Viviani (Cofidis) sulla via dell’Olimpiade e proprio in chiave olimpica è attesissima la cronometro conclusiva, nella quale Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) è chiamato all’ultimo acuto prima di tornare a lavorare duro su pista per preparare Tokyo.

CLASSIFICA GENERALE

1 Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

2 Damiano Caruso (ITA-Bahrain Victorious) a 2’24”

3 Hugh Carthy (GBR-EF Education First) a 3’40”

LE MAGLIE

Maglia rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (classifica a punti): Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Maglia azzurra (classifica del GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

LA TAPPA DI DOMANI

Si torna a salire: la quintultima tappa del Giro è la Canazei-Sega di Ala di 193 km, con chiusura su una salita inedita per la corsa rosa. I primi 54 km sono prevalentemente in discesa, poi arriva la prima asperità di giornata, il Muro di Sveseri che potrà dare il là alla solita fuga. A una cinquantina di km dall’arrivo ecco il Passo di San Valentino, 15 km con pendenza media al 7,8%, poi una discesa lunga ben 25 km e la salita finale, di 11,2 km per 9,8% e picchi al 17% in prossimità del traguardo. Sembrerebbe il percorso ideale per Bardet, oppure un passista scalatore fuori classifica ma con una fuga di un gruppetto da lontano.

Foto Cyclingnews

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