L’Italia del pedale, quando si parla di Elisa Longo Borghini, è divisa in due partiti: da una parte c’è chi la giudica sconsiderata nelle sue scelte tattiche, troppo generosa e alla fine sempre perdente (dimenticando che proprio grazie al suo modo di correre ha centrato il podio tanto alle Olimpiadi quanto a Mondiali ed Europei), chi invece plaude al suo carattere e anzi vorrebbe che non si facesse sfuggire occasioni come quella dell’ultima Amstel.

Riassumiamo i fatti: a 3 km dalla conclusione, con il gruppo delle migliori ridotto a una ventina di unità dall’attacco, probabilmente troppo anticipato della padrona di casa Annemiek Van Vleuten, sull’ultima scalata del Cauberg la campionessa tricolore se ne va insieme alla polacca Kasia Niewiadoma (Canyon Sram). Le due scollinano con qualche secondo di vantaggio che potrebbe essere sufficiente per dare scacco matto alle olandesi, ma questa volta Elisa non tira dritto, anzi richiama i remi in barca vedendo che l’avversaria, o per stanchezza o per astuzia, non collabora. Le due vengono riprese, l’Olanda monopolizza così il podio con la grande Marianne Vos (Jumbo Visma) che conquista una delle poche classiche che ancora mancava alla sua collezione, battendo Demi Vollering (Team SD Worx) e la stessa Van Vleuten (Movistar). La Longo Borghini chiude ottava, due posizioni avanti all’esausta Niewiadoma, mentre la prima italiana è Soraya Paladin (Liv Racing) quinta.

Curiosamente, sui social proprio coloro che avevano sempre dato addosso alla campionessa della Trek Segafredo stavolta la rimproverano per non aver tirato dritto confidando nelle condizioni della rivale. Insomma, sembra che l’azzurra non ne faccia mai una giusta, dimenticando la sua straordinaria costanza di rendimento di quest’anno, nel quale è nel vivo dell’azione in ogni classica, testimoniata anche dal primo posto nella classifica del World Tour. L’unico dubbio, nel caso, può essere se riuscirà a tenere questa condizione (e magari a migliorarla) per fine luglio e la “corsa delle corse”, quella olimpica.

Longo Borghini a parte, le azzurre però continuano a distinguersi, ad esempio con Chiara Consonni (Valcar Travel & Service) che comincia a collezionare trofei importanti, dopo la vittoria alla Ronde de Mouscron in Belgio ha conquistato anche la Vuelta CV Feminas in Spagna, battendo nella volata Barbara Guarischi (Movistar), con l’ex biker Alessia Bulleri (Eneicat RBH Global) quarta e Martina Alzini, compagna di colori della vincitrice quinta. L’intraprendenza tanto richiesta nell’atipica stagione 2020, quando il ciclismo rosa sembrava aver fatto un passo indietro, sta pagando.

Credito foto: Cor Vos/Cyclingpro