La Freccia Vallone sa essere sempre appassionante. Molti dicono che è una gara atipica, che ha poco senso, che si risolve sempre nel km finale, ma bisogna anche saper guardare tutto quello che c’è prima di quel fatidico ultimo km che la decide. Quest’anno, ad esempio, la caduta senza conseguenze fisiche allarmanti per Thomas Pidcock ha di fatto estromesso un protagonista dalla lotta, (anche se è rientrato nel gruppo di testa e all’approccio del Muro di Huy era davanti), perché troppe erano state le energie spese per riprendersi. E il fatto che alla fine sia stato comunque sesto è una dimostrazione in più della sua classe, forse senza quella caduta…

Con i se e con i ma non si fanno le corse. Le stesse recriminazioni potrebbe averle Primoz Roglic, se fosse partito un po’ dopo… Lo sloveno, uscito alla grande dal vittorioso Giro dei Paesi Baschi, ha lanciato il suo attacco nel tratto più duro, ma ancora un po’ lontano dalla linea d’arrivo. Ha guadagnato una cinquantina di metri, ma il campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) non si è spaventato, quella salita la conosce come le sue tasche e l’aveva già domata due volte. Il francese ha lasciato sfogare Roglic e poi ha iniziato a recuperare, agganciandolo a meno di 100 metri dall’arrivo e saltandolo senza pietà.

Per Roglic un secondo posto amaro, ma che lascia buoni presagi per la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica dove cercherà il bis consecutivo. Terzo l’intramontabile Alejandro Valverde (Movistar), un altro che la Freccia sa interpretarla sempre al meglio.

Della partita è mancata totalmente l’Uae Team Emirates, estromessa dalla corsa per un paio di casi di Covid in squadra e il rischio che anche alla Liegi, Pogacar e Ulissi non siano della corsa. Un vero peccato, perché soprattutto l’azzurro poteva recitare un ruolo importante in una gara dove era già salito sul podio.

La “course des italiens, come viene nominata la classica, che chiude la lunga campagna del Nord, potrebbe però avere un altro protagonista nostrano, quel Gianni Moscon che al Tour of the Alps ha finalmente rotto il ghiaccio con una vittoria che attendeva da oltre due anni. Una carta in più per l’Ineos Grenadiers, un’alternativa a Pidcock soprattutto per smuovere le tattiche di corsa e non lasciare sulle spalle del britannico tutta la responsabilità.

Credito: foto arrivo di Cyclingnews.com