Per Van Aert un inizio soft

C’era grande attesa per l’esordio di Coppa del Mondo a Tabor (CZE) non solo per l’importanza della posta in palio, ma anche per il ritorno di due dei tre grandi che sono stati protagonisti dell’ultima stagione su strada. Stiamo parlando del belga Wout Van Aert, re della Milano-Sanremo e risultato a fine stagione il miglior corridore in assoluto per risultati conseguiti e il britannico Tom Pidcock, che ha messo insieme non solo la vittoria al Giro d’Italia Under23, ma anche la conquista di ben due titoli mondiali di Mtb, nella sua categoria e tra le E-Bike. Tabor ha però dimostrato che il ciclocross non s’inventa: Pidcock è andato subito in affanno chiudendo nelle retrovie, mentre Van Aert grazie al suo enorme talento ha tenuto sì testa ai big, ma alla lunga si è vista la mancanza di resistenza nei confronti di Vanthourenhout (nella foto della homepage) e Iserbyt, i due grandi protagonisti di questa prima parte di annata.

Già il giorno prima, nella tappa dell’X2O Badkamers Trofee a Kortrijk (BEL), Van Aert aveva “assaggiato” la consistenza degli avversari, finendo terzo a 27” dal vincitore Iserbyt e a 20” dall’olandese Lars Van Der Haar. A Tabor il belga ha retto di più, chiudendo sempre terzo, ma a soli 12” da Vanthourenhout, logorato dal gioco di squadra fra questi e Iserbyt (entrambi del Pauwels Sauzen). In chiave italiana segnali di progresso da parte di Jakob Dorigoni, 15° a 2’05”, finito due posizioni avanti a Pidcock. Prima uscita internazionale per Gioele Bertolini, 23° a 3’10”.

La gara femminile, più che per lo scontato dominio olandese con vittoria per Lucinda Brand davanti all’iridata Alvarado (a 24”) e alla Betsema (a 32”), la prova ha avuto risalto per due brutti incidenti, soprattutto per quello al quale è incorsa l’iridata junior Shirin Van Anrooij, che in partenza è caduta con il freno a disco della sua bici che si è staccato e conficcato pesantemente sul suo braccio, costringendola a un immediato e delicato intervento chirurgico. Di minore entità l’infortunio occorso alla nostra Eva Lechner, con due botte alle ginocchia: pur avendo finito la gara, successivi controlli hanno consigliato un successivo periodo di riposo.

Le note migliori in chiave italiana sono arrivate dalle gare junior, con Lorenzo Masciarelli secondo in campo maschile dietro il padrone di casa Stransky e Matteo Siffredi quarto dopo una clamorosa rimonta e, fra le ragazze, Lucia Bramati terza nella gara vinta dalla britannica Zoe Backstedt, figlia dello svedese Magnus vincitore della Parigi-Roubaix 2004. Due segnali di luce per il futuro, a prescindere dall’assenza dei pari età belgi e olandesi ed è un vero peccato che le due successive prove di Coppa, in Belgio, non comprenderanno le gare giovanili.

La settimana dopo rivincita a Boom, per il Superprestige. Gara bellissima, con un quartetto a darsi battaglia cercando il colpo decisivo, ma alla fine che ne aveva di più è stato Iserbyt , il campione europeo che nel settimo dei nove giri in programma è riuscito ad andar via, arrivando con 15” su Vanthourenhout. La coppia della Pauwels non perde una corsa dal 24 ottobre e questo sta diventando un fattore. Terzo a 21” Aerts, superato in classifica generale dal vincitore, quarto Van Aert a 32”, ma va considerato che gli ultimi due sono caduti nelle battute decisive. Pidcock intanto inizia a crescere, nono a 2 minuti. Nella gara femminile quarta vittoria consecu5tiva in stagione per Lucinda Brand, con 10” sulla Alvarado e 45” sulla Betsema, 5 olandesi davanti a tutte, una legge che non ammette deroghe.

Credito foto homepage: Cyclingnews

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