Il capolavoro di Pogacar

Il Giro delle Fiandre ha sancito per certi versi la superiorità di Tadej Pogacar sul resto del mondo. E’ vero che il ciclismo attuale vede alcuni “dei” dominare la scena, ma lo sloveno è… il più dio di tutti e sulle strade dei muri belgi lo ha dimostrato a chiare lettere, facendo quel che ha voluto. Non sé minimamente preoccupato della fuga che a metà gara aveva preso anche una certa consistenza con gente di peso come Kung, Powless, Asgreen e Van Hoooydonck e con un numero di corridori importante (fra loro anche Matteo Trentin, a svolgere il ruolo di spauracchio proprio in favore di Pogacar).

Sul penultimo muro di giornata lo sloveno è andato in caccia da solo, poi ha preferito aspettare che i suoi due rivali, Van Der Poel e Van Aert lo raggiungessero e a quel punto hanno sviluppato velocità doppia rispetto a tutti gli altri, riagganciando la testa della corsa. Sull’ultima scalata al Kwaremont Pogacar ha fatto vedere di avere molte più energie dei rivali, Van Der Poel ha provato a seguirlo mancando però l’aggancio. La sfida è diventata un testa a testa a distanza come lo scorso anno, ma questa volta l’esito è stato diverso, favorevole allo sloveno che ora ha 3 Monumento all’attivo. Gli mancano la Roubaix (quando deciderà di farla, probabilmente entrerà anche questa nel suo palmarés come avvenne per Hinault) e la Sanremo, che per la sua imprevedibilità resta sempre la più difficile da centrare anche per le sue capacità enormi.

Si continua sempre più a paragonare Pogacar a Merckx: sicuramente i numeri dicono che lo sloveno è quel che, fra vittorie e piazzamenti, più si avvicina al Cannibale, ma anche un altro dato ricorda molto quel che avveniva mezzo secolo fa. Pogacar ha a disposizione una squadra di primissimo livello completamente messa a sua disposizione: quando è in corsa è indiscutibilmente lui il capitano e ogni mossa deve far sì che sia lui a vincere, un concetto che nel ciclismo attuale non sembrava più di moda. Questo può anche costare in termini di ambizione degli altri, vedi lo stesso Trentin autore di una prova egregia, ma quando poi il conto torna, c’è ben poco da dire.

Domenica la parola passa alla Parigi-Roubaix, dove c’è grande attesa per vedere quel che potrà fare Filippo Ganna. Il primatista dell’ora ha preparato con puntiglio questa sua avventura, ha già visionato i punti più importanti e difficili dei tratti di pavé, vuole fortemente mettere la sua firma sulla classica che forse più si addice alle sue caratteristiche. Poi si passerà alle prove delle Ardenne e i tre grandi torneranno a sfidarsi, con qualche nuovo ingresso come quelli di Roglic ed Evenepoel.

Credito foto homepage: AFP/Repubblica