La prima gioia per Pontoni

Quando, alla tua prima esperienza da cittì azzurro, torni a casa dagli Europei con una medaglia e soprattutto piazzando almeno un corridore tra i primi 10 in ogni categoria, puoi legittimamente considerare questa edizione della rassegna iridata come storica. A fine weekend Daniele Pontoni era al settimo cielo, perché gli Europei del Col du Vam hanno confermato come in seno alla nazionale e al movimento intero del ciclocross italiano si respiri un’aria nuova, legata alla serenità ma anche alla maturità del lavoro. Il bronzo di Luca Paletti fra gli junior è la perla di una due giorni nella quale gli azzurri sono sempre stati protagonisti, per quanto si possa esserlo in una disciplina dove la superiorità di Belgio e soprattutto Olanda è schiacciante.

Si correva in Olanda e i padroni di casa hanno dominato la scena, conquistando 4 titoli su 6. Sono sfuggiti solo quelli junior, il che potrebbe anche suonare come un campanello d’allarme, ma è anche vero che gli arancioni sono saliti sul podio anche fra i più giovani, battuti in campo maschile dal belga Aaron Dockx che alterna il ciclocross alla strada (cosa che ormai, sulla scia dei Van Der Poel e Van Aert è diventata una costante a ogni latitudine) e fra le donne da quella che si candida a essere una protagonista del futuro, la britannica figlia d’arte Zoe Backstedt già iridata su strada a Leuven.

Un Europeo senza i suoi grandi protagonisti della strada, da VDP a Van Aert senza dimenticare Pidcock, ma proprio questo ha incrementato l’incertezza intorno a una gara, quella Elite, che ha avuto un esito davvero sorprendente. Tutti si aspettavano il dominio belga e puntavano senza mezzi termini su Eli Iserbyt, il campione uscente protagonista assoluto in questo avvio di stagione, ma il piccolo belga ha sofferto oltremodo le caratteristiche del percorso del Col du Vam, ricco di fango duro e colloso, sul quale il suo pur esile corpo non è riuscito a galleggiare. Una gara che ha visto invece la nuvola belga beffata dall’olandese Lars Van Der Haar, capace di supplire anche a un errore tecnico nel cambio bici, con un problema al cambio che l’ha costretto a una sosta più lunga.

Proprio il passaggio ai box si è rivelato spesso decisivo, quasi come se si stesse correndo non in bici ma con le Formula Uno. Nella prova Elite femminile, ad esempio, l’iridata Lucinda Brand ha sfruttato al secondo giro il cambio della ungherese Kata Blanka Vas per guadagnare quei 5 metri di vantaggio che poi sono via via aumentati. Pontoni aveva visto giusto nella ricognizione, accorgendosi che gli organizzatori avevano messo la zona dei box esterna al circuito e non come avviene quasi sempre interna, il che costringeva a metri supplementari e quindi a scegliere con cura il momento del passaggio davanti ai meccanici per cambiare il mezzo. La Brand è stata accorta nel tirare dritto, andando così a completare la sua serie di maglie conquistate, non dimenticando che nella passata stagione era stata capace addirittura di abbinare il Mondiale al Grande Slam delle challenge internazionali.

Tornando agli azzurri, oltre al bronzo del bravissimo Luca Paletti, ultimo esponente di una nidiata di talenti che dovrà presto rinfoltire il settore maggiore, una menzione speciale la merita Jakob Dorigoni, partito dalla terza fila ma capace di trovare spazio fra i primi 10 nella gara elite, risultato di grande prestigio proprio considerando la quasi totalità di atleti belga-olandesi nelle prime posizioni. L’altoatesino ha disputato una prova vigorosa, cogliendo uno dei migliori risultati internazionali della sua ancor fresca carriera. Il ciclocross italiano riparte da qui e considerando come il percorso dei Mondiali di fine gennaio si più incline alle caratteristiche dei nostri rispetto a quello visto al Col du Vam, non resta che mettersi a testa bassa a lavorare, perché in terra americana si possono raccogliere belle soddisfazioni.

CAMPIONATI EUROPEI CICLOCROSS

Uomini

Elite: 1 Lars Van Der Haar (NED) 1h01’44”, 2 Quinten Hermans (BEL) a 25”, 3 Michael Vanthourenhout (BEL) a 54”. Italiani: 9 Jakob Dorigoni a 3’00”, 19. Gioele Bertolini a 1 giro

Under 23: 1 Ryan Kamp (NED) 50’03”, 2 Niels Vandeputte (BEL) a 1”, 3 Thibau Nys (BEL).
Italiani: 9 Filippo Fontana a 35”, 15 Davide Toneatti a 1’17”, 41 Lorenzo Masciarelli a 4’11”, rit. Samuele Leone

Junior: 1 Aaron Dockx (BEL) 47’06”, 2 David Haverdings (NED) a 47”, 3 Luca Paletti (ITA) a 48”.
Altri italiani: 32 Simone Vari a 4’00”, 49 Elian Paccagnella a 5’53”, 56 Ettore Prà a 1 giro

Donne

Elite: 1 Lucinda Brand (NED) 48’22”, 2 Kata Blanka Vas (HUN) a 56”, 3 Yara Kastelijn (NED) a 1’02”.
Italiane: 8 Alice Maria Arzuffi a 2’50”, 9 Silvia Persico a 2’58”, 13 Eva Lechner a 3’43”, 22 Sara Casasola a 1 giro

Under 23: 1 Shirin Van Anrooij (NED) 44’09”, 2 Puck Pieterse (NED) a 17”, 3 Fem Van Empel (NED) a 1’03”.
Italiane: 6 Gaia Realini a 2’47”, 20 Lucia Bramati a 5’42”, 23 Carlotta Borello a 1 giro, 27 Alice Papo a 2 giri

Junior: 1 Zoe Backstedt (GBR) 44’01”, 2 Leonie Bentveld (NED) a 1’06”, 3 Nienke Vinke (NED) a 1’30”.
Italiane: 6 Federica Venturelli a 2’40”, 13 Valentina Corvi a 3’28”, 17 Sophie Auer a 4’22”25 Lisa Canciani a 5’32”