Giro donne: meno male che c’è Elisa…

Il Giro d’Italia femminile allunga la serie di vittorie olandesi, ma a fare il tris è stata Anna Van Der Breggen (nella foto della homepage) e non Annemiek Van Vleuten (sotto nella foto). Quando non possono le avversarie, ci pensa la sorte a rimescolare le carte e la campionessa del mondo lo ha ben compreso a sue spese, vedendo svanire i suoi sogni a causa di una bruttissima caduta nel corso della nona tappa, quando già era dalla seconda sicura padrona della corsa e in attesa delle ultime montagne per mettere in ghiaccio il terzo successo consecutivo. La Van Vleuten ha portato a termine la frazione tra forti dolori, ma i successivi controlli hanno dato l’esito peggiore: frattura del polso sinistro.

Il suo improvviso ritiro ha rimescolato le carte, dando nuovo impulso alla sua connazionale e acerrima rivale Van Der Breggen che si è vista così spianata la strada per la vittoria. C’era solo qualche secondo da recuperare alla polacca Niewiadoma e la tulipana l’ha fatto nella penultima tappa, seguendo le orme di Elisa Longo Borghini a San Marco la Catola a cui ha giustamente lasciato la vittoria di tappa. Alla fine la Van Der Breggen ha conquistato la maglia rosa, la Longo Borghini ha agguantato un podio che, per come erano andate le tappe successive alla vittoriosa cronosquadre iniziale, era un vero miraggio.

L’azzurra ha confermato così di vivere una stagione strepitosa, illuminata dall’argento europeo di Plouay, ma le sue imprese non possono nascondere un bilancio italiano deficitario. E’ vero, la vittoria della capitana della Trek Segafredo impedisce al ciclismo italiano di rimanere per la settima volta dal 2000 a bocca asciutta, ma in generale il comportamento delle azzurre ha lasciato l’amaro in bocca, portando addirittura il ct Salvoldi a sbottare, richiamando tutte, soprattutto le più giovani, a una condotta di gara meno rinunciataria: “Partono già sconfitte, dicono che contro le olandesi non c’è niente da fare, ma se non ci provi neanche, se non inventi qualcosa, non ha senso correre” è stata la pesante filippica del tecnico nazionale e sinceramente non gli si può dar torto. Seppur di fronte a campionesse assolute come la Van Vleuten finché c’è stata, la Van Der Breggen che ha puntato tutto sulla regolarità senza vincere neanche una frazione, sulla Vos confermatasi la più veloce del lotto con 3 successi parziali, c’è stato spazio anche per altre, come la belga Kopecky, la britannica Banks, la francese Muzic. Ma se non ci si prova neanche…

E’ questo un fattore sul quale riflettere: la stagione anomala che stiamo vivendo, al di là delle imprese della Longo Borghini, vive su un azzurro anonimo a livello assoluto, quello al quale si deve guardare obbligatoriamente. Certo, la Balsamo ha vinto l’Europeo Under 23, ma quella è una categoria che vale solamente in quell’occasione, se si vuole apparire, bisogna combattere contro le più grandi, appropriarsi degli spazi, conquistarli con il sudore. Una lezione che forse è stata un po’ dimenticata.

Credito foto: sram.com – bettiniphoto