A parti invertite

Certe volte il destino fa strani scherzi. Sembra quasi che gli organizzatori del Giro d’Italia e del Tour de France si siano messi d’accordo per sparigliare le carte e invertire l’ordine dei fattori. Eravamo finora abituati a una corsa rosa terreno di caccia soprattutto per scalatori, con pochi km a cronometro e una Grande Boucle dove invece i passisti/scalatori avevano buon gioco. Nel 2023 le parti saranno in qualche modo invertite con un Giro con più spazio per le sfide contro il tempo e un Tour che si giocherà prevalentemente in salita.

Iniziamo dal Giro che prenderà il via il 6 maggio per continuare fino al 28. Un Giro veramente italiano (salvo uno sconfinamento in Svizzera tradizionale nelle tappe alpine) con partenza dall’Abruzzo e arrivo a Roma. Ben 17 saranno infatti le regioni toccate con solo Calabria e le Isole escluse. La particolarità è che ci saranno ben 3 cronometro, due classiche più l’inedita cronoscalata del Monte Lussari, ben conosciuto più dagli appassionati della Mtb che da quelli della strada. La prima crono sarà già in partenza, da Fossacesia Marina a Ortona, poi la nona tappa vedrà la sfida contro il tempo da Savignano sul Rubicone a Cesena, infine la penultima frazione con la cronoscalata a quel punto probabilmente decisiva, considerando che a Roma sarà una sorta di passerella finale per velocisti.

Già la prima settimana metterà alla prova i capitani, non solo con la crono abruzzese, ma anche con le tappe di Melfi, Lago Laceno e soprattutto l’arrivo a Campo Imperatore. Nella seconda settimana ci sarà la tappa durissima con arrivo nella stazione invernale elvetica di Crans Montana. Nella terza e conclusiva il pieno di salite con gli arrivi di Bergamo, Monte Bondone, Palafavera e il ritorno alle Tre Cime di Lavaredo. Una conformazione che sta intrigando molti big: il campione uscente Jai Hindley difenderà il suo titolo, l’iridato Evenepoel sembra più orientato a tentare il Giro piuttosto che il Tour, potrebbe anche tornare Roglic ed è possibile che rivedremo all’opera sulle strade italiane sia Bernal che Carapaz, vecchie maglie rosa.

Discorso diverso per il Tour, che prenderà il via da Bilbao il 1 luglio per terminare il 23 con il tradizionale carosello degli Champs Elysees a Parigi. Tanta montagna, sin dall’inizio con subito i Pirenei e le prime due tappe con la seconda che ricalca le strade della Clasica di San Sebastian. La vera tappa pirenaica sarà però la quinta, da Pau a Laruns e ancor più la successiva con arrivo in salita a Cauterets-Cambasque dopo le scalate di Aspin e Tourmalet. La prima settimana finisce con il ritorno al Tour della mitica scalata del Puy de Dome.

Il 14 luglio, giorno della festa nazionale, ecco la frazione del Grand Colombier, poi quella di Morzine con un dislivello complessivo di ben 4.200 metri. La seconda settimana si chiuderà con la frazione del Saint Gervais Mont Blanc, decisiva per assestare la classifica. Nella terza settimana ecco l’unica crono, di 22 km che arriva dopo il giorno di riposo con tutte le insidie del caso. Poi tanta montagna: gli arrivi del Col de la Loze e Le Marksteins con i Vosgi che potrebbero stavolta essere decisivo. Nel complesso saranno ben 30 i GPM in programma. Qui si prospetta la grande rivincita fra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, vedremo se qualcuno proverà a inserirsi nella lotta fra i due ultimi vincitori.

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