Volata da campioni a Jesi: VDP s’inchina a Girmay,

Tappa spettacolare, quella da Pescara a Jesi che, anche se non influisce sulla classifica, ha richiesto a tutti i pretendenti alla maglia rosa sforzi che forse non avevano messo in preventivo. La tappa seguente il riposo poteva fare vittime importanti, ma a pagare sono stati soprattutto alcuni velocisti come Cavendish (che ha preferito risparmiare la squadra) e Ewan (andato alla deriva). Ma soprattutto quella abruzzese-marchigiana è stata la tappa di Biniam Girmay e della prima vittoria eritrea in assoluto a una grande Giro.

Dopo la fuga iniziale di Mattia Bais, Lawrence Naesen e Alessandro De Marchi, che è stato l’ultimo ad arrendersi a soli 20 km dalla conclusione, la frazione è letteralmente esplosa sull’ascesa di 4 km di Monzano. I velocisti che fino allora avevano tenuto brillantemente facendo anche pensare a un arrivo di gruppo hanno dovuto cedere il passo al ritmo imposto soprattutto dalla Alpecin prima e dalla Ineos Grenadiers. Sulle rampe di Monzano hanno provato in tanti, da Covi allo stesso Carapaz e anche Nibali ha provato a sorprendere tutti all’imbocco della discesa.

Chi è rimasto stranamente coperto, almeno fino agli ultimissimi km è stato Mathieu Van Der Poel, che teneva molto a questa tappa. L’olandese ha provato ad approfittare di un parziale errore di percorso di Girmay, costretto a frenare e ripartito dal fondo del plotone ridotto a una trentina di unità, ma l’eritreo aveva dalla sua una squadra, la Intermarché Wanty Gobert che ha interpretato al meglio la tappa, lasciandogli a disposizione tre uomini tra cui un monumentale Pozzovivo. La volata finale è diventata quindi un testa a testa fra i due vincitori di classiche, Van Der Poel (Fiandre) e Girmay (Gand-Wevelgem): l’eritreo è partito lungo, l’olandese lo ha affiancato ma quando sembrava riuscire nel sorpasso ha capito di non farcela e ha mollato, rendendo onore all’avversario con un pollice alzato.

Girmay non può ormai essere considerato una sorpresa, il corridore africano si conferma interprete sopraffino di questi percorsi nervosi, un vero cacciatore di classiche del quale sentiremo molto parlare negli anni futuri. La classifica resta invariata, ma attenzione perché i pochi secondi che separano l’uno dall’altro scatenano in ognuno la voglia di attaccare e puntare alla leadership.

LA TAPPA DI DOMANI

Tappa decisamente adatta ai velocisti quella che va da Sant’Arcangelo di Romagna a Reggio Emilia. 203 km senza alcuna asperità nella quale sarà importante vedere con che velocità verrà interpretata. C’è da attendersi un nuovo capitolo della sfida fra Arnaud Demare (che forse ha speso qualche energia di troppo) e Mark Cavendish che invece ha messo questo traguardo nel mirino da giorni, ma attenzione a Fernando Gaviria, il colombiano della Uae Team Emirates che secondo molti in gruppo è quello più in forma.

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