IL Giro lascia l’Ungheria con una nuova sinfonia di Cavendish

Ogni volta che Cavendish partecipa a un grande giro, non torna mai a casa con le mani vuote. Al Giro d’Italia il corridore dell’Isola di Man era assente da ben 9 anni, prima aveva vinto 15 volte dando anche vita a battaglie epiche, con l’attuale cittì della nazionale Daniele Bennati e soprattutto con Alessandro Petacchi, fiero rivale delle volate che oggi ha commentato dai microfoni Rai il suo successo numero 16, nella tappa da Kapsovar a Balatonfured di 201 km che ha chiuso la parentesi iniziale in terra ungherese.

La frazione è vissuta sulla lunga fuga di tre italiani, Mattia Bais e Filippo Tagliani (Drone Hopper Androni Giocattoli) e Samuele Rivi (Eolo Kometa) tenuti a bagnomaria dal gruppo per quasi tutta la durata della frazione. Poi è iniziato il carosello dei treni dei velocisti e Cavendish ha potuto approfittare ancora del danese Michael Morkov (Quick Step Alpha Vynil), il miglior ultimo uomo al mondo. Il britannico ha così espresso uno sprint imperiale, precedendo in maniera indiscutibile il francese Arnaud Demare (Groupama FDJ) e il colombiano Fernando Gaviria (Uae Team Emirates).

Si sperava molto in Giacomo Nizzolo, ma l’ex campione europeo dell’Israel Premier Tech è finito solo 11°: il miglior italiano è stato Jakub Mareczko (Alpecin Fenix) 5°, per il quale anche la maglia rosa Mathieu Van Der Poel si è messo a disposizione. Da notare che a precederlo è stato Biniam Girmay (Intermarché Wanty Gobert): il corridore eritreo continua a stupire, è anche un velocista con i fiocchi e non solo capace di grandi sparate come nella prima tappa.

Domani prima giornata di riposo, necessaria per portare tutta la carovana nella Sicilia orientale attraversando di fatto l’intera Europa. Martedì la tappa dell’Etna che già darà responsi importanti in chiave classifica, perlomeno chiarendo chi il Giro proprio non potrà vincerlo…

credito foto arrivo Cyclingnews