Ineos Grenadiers, alla ricerca dei fasti perduti

Sono passati i tempi della Ineos Grenadiers riferimento assoluto per le corse a tappe. La formazione britannica ha perso quel carattere dominante che aveva ai tempi di Froome e Thomas, messa in ginocchio dall’affermazione della nuova generazione dei Van Aert e Van Der Poel, Pogacar e (anche se ha qualche anno in più) Roglic. Soprattutto non ha pagato la scelta di avere in squadra un numero pressoché esagerato di capitani, quindi nel ciclomercato di passaggio i dirigenti hanno cercato di mettere un po’ d’ordine.

Non ci sono stati passaggi eclatanti, salvo l’acquisto di Elia Viviani tornato all’ovile e sul quale torneremo più avanti, ma il messaggio che emerge è abbastanza chiaro: la Ineos vuole essere sempre di più una squadra per le corse a tappe mentre le classiche diventano quasi un obbligo al quale sottostare per la partecipazione ma forse non molto altro di più. Ecco quindi che nel team viene dato più spazio alla componente sudamericana, che negli ultimi tempi ha mostrato maggiori potenzialità.

Egan Bernal è ormai il leader indiscusso. In fin dei conti, pur in un 2021 non brillantissimo dal punto di vista fisico, con la schiena che continua a non essere a posto, il colombiano è riuscito comunque a conquistare il Giro d’Italia senza sembrare mai realmente in difficoltà, sapendo gestire bene anche i momenti di crisi che pur ci sono stati. Alla Vuelta non è mai stato realmente in grado di impensierire Roglic, ma si vedeva che i problemi di salute lo attanagliavano. Quest’anno Bernal punterà direttamente sul Tour: i dirigenti britannici sanno che, se sarà nel pieno della condizione, potrebbe essere l’unica vera alternativa a Pogacar, per dar vita a quel confronto atteso da tutti.

Da interpretare il ruolo di Richard Carapaz: l’ecuadoriano sembra destinato a tornare al Giro d’Italia, vinto nel 2019 da outsider, ma questa volta verrebbe come candidato per la vittoria, forse il principale. In casa Ineos però il dubbio è amletico e accompagnerà la selezione per i grandi giri fino alla fine: sicuri che Carapaz non potrebbe essere più utile al Tour in supporto a Bernal? E’ in grado di doppiare, chiaramente vestendo panni diversi?

Che fine ha fatto la componente di casa? La riconferma di Geraint Thomas è stata in dubbio fino all’ultimo. La sensazione è che in casa Ineos non credano più molto nel vincitore del Tour 2018, vittima più che dell’età dei troppi acciacchi. Il gallese ha dimostrato di poter essere ancora competitivo, perlomeno nelle corse a tappe medio-brevi, ma quel che servirebbe davvero è un Thomas al servizio dei capitani, una sorta di regista in corsa, capace magari di dare qualche soluzione tattica diversa anche nelle tappe con meno montagna, ma sarà disposto a sacrificarsi?

Diverso il discorso per Tom Pidcock, sul quale si punta apertamente per il futuro. La scorsa Vuelta è stata solo un assaggio da parte del piccolo britannico praticamente prosciugato dalle fatiche della primavera delle classiche e dalla preparazione per la vittoriosa campagna olimpica in Mtb. Questa volta Pidcock dovrebbe tornare alla Vuelta per puntare alla classifica, tenendo comunque conto della sua voglia di collezionare titoli mondiali, dal ciclocross alla Mtb fino alle E-bike.

Il problema reale è che la squadra, capitani a parte, sembra indebolita, con le partenze di Rohan Dennis (approdato in casa della “nemica” Jumbo Visma), Sebastian Henao e Ivan Sosa (che in verità non ha mai molto convinto alla Ineos). L’arrivo di Viviani, di cui si diceva prima, è visto soprattutto come un’alternativa per la caccia alle tappe, senza però avere a disposizione un treno adeguato, dovendo fare un po’ da solo, magari anche in qualche classica a lui più congeniale.

Per le classiche, partito Moscon, non ci sono grandi ambizioni, a meno che… A meno che non ci si decida a dare più fiducia a Filippo Ganna non solo come re dei cronomen, ma come passista alla Cancellara in grado di far saltare il banco anche su percorsi complicati. La Sanremo ad esempio potrebbe essere un primo banco di prova, staremo a vedere.

foto squadra direttamente dal team

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