C’era una volta la Gran Fondo “Bruno Raschi” o, per meglio dire, la “Medio Fondo Bruno Raschi”. Sì, perché soltanto al suo esordio, nel 2006, la corsa intitolata al famoso giornalista sportivo propose un percorso dalle caratteristiche davvero granfondistiche. Nelle altre due edizioni che si ricordino, nel 2007 e nel 2008, gli organizzatori, invece, preferirono orientarsi verso un unico tracciato di circa un centinaio di chilometri di lunghezza e poco più di mille metri di dislivello. La “Bruno Raschi” si correva a Borgo val di Taro, in provincia di Parma e questo è uno delle pochi aspetti della corsa che rimasero costanti in tutte le edizioni. Oltre al percorso, infatti, anche la data della gara subì spostamenti rilevanti sul calendario granfondistico. Se la prima edizione, infatti, si corse il 25 giugno, la seconda si spostò al 5 di agosto e la terza e ultima venne disputata il 25 aprile del 2008. Sebbene i continui cambi di collocazione temporale impedirono a una corsa di consolidare la propria posizione nei programmi dei team cicloamatoriali, la “Bruno Raschi” riuscì sempre ad attirare un numero di partecipanti del tutto soddisfacente, richiamati anche dall’inserimento della corsa in questo o in quel circuito. Della manifestazione non si ricordano particolari svarioni organizzativi, quanto piuttosto momenti di corsa gestiti all’insegna della sicurezza e dell’attenzione alle necessità degli atleti. Tra le varie necessità, ricordo che trovava sempre la migliore soddisfazione quella di rifocillare per bene i granfondisti a gara conclusa. Come dire che se deve restare qualcosa nella memoria di chi ha corso la “Bruno Raschi”, con tutta probabilità, resterà il ricordo del pasta-party. A onor del vero, nell’ultima edizione la coda prima di potersi sedere a tavola non fu delle più brevi, ma venne ampiamente ripagata dalla qualità dell’offerta alimentare, dove Crudo di Parma e Parmigiano-Reggiano facevano la parte del leone. Poi venne il tempo della crisi, che si portò via corsa, prosciutto e formaggio grana.

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