I più anziani, presenti a Leuven domenica, hanno ricordato Lillehammer 1994, lo stadio del fondo, l’arrivo di Silvio Fauner nella staffetta. Un popolo che ammutolisce, deluso mentre pochi ragazzi saltano di gioia per la beffa perpetrata ai danni dei padroni di casa. A Leuven è successo lo stesso, per merito di Filippo Ganna che in un lento ma costante recupero ha tolto la gioia della vittoria a Wout Van Aert, nella crono che ha inaugurato i Campionati Mondiali. I belgi, che sognavano la doppietta in casa con i due fuoriclasse (Evenepoel era stato appena superato dal connazionale) e che durante il tragitto di Ganna gli urlavano disperati di rallentare paventando già l’esito finale, hanno dovuto ingoiare un boccone amaro. Ganna, preceduto di 7 secondi dopo il primo intermedio ha cominciato a rosicchiare l’esiguo vantaggio, al secondo era dietro di 8 decimi, l’ultimo km è stato un’emozione montante nel cuore esattamente come l’ultimo giro della finale dell’inseguimento a squadre ai Giochi di Tokyo: il protagonista sempre lui, il Re del Tempo…

Ganna si conferma così sul gradino più alto del podio, ma se a Imola il suo successo non era mai stato in discussione, a Leuven la sfida si è consumata su ogni metro e c’è stato bisogno del miglior Ganna per vincere. Un successo che costituisce una pietra miliare nella sua carriera anche perché uscire sconfitto, dopo la parziale delusione della crono olimpica (su un percorso non suo, va ricordato) e la beffa dell’Europeo perso contro lo svizzero Kung (finito lontano a Leuven) potevano instillare delle incertezze, ora invece il piemontese sa dove può arrivare e un dato tecnico aggiunge sapore alla sua vittoria: con 54,37 km/h Ganna ha toccato la più alta velocità media in una crono mondiale. 

Ora aumenta l’acquolina in bocca, pensando a Ganna impegnato ai Mondiali su pista di Roubaix, per riportare il quartetto in cima al mondo e soprattutto riprendersi il record mondiale nell’inseguimento individuale che l’americano Lambie gli ha scippato con il corposo aiuto dell’altitudine. Intanto domenica il portacolori della Ineos sarà in gara al Mondiale in linea, per dare una mano ai capitani Colbrelli e Trentin, ma anche per costituire un’altra minaccia per lo squadrone belga, soprattutto se si concretizzerà una fuga.

Già, il Mondiale in linea. Wout Van Aert è dato da tutti favorito, ma non si può non considerare che la sua collezione di secondi posti nelle gare titolate, da Imola in poi, su strada come nel ciclocross, è sterminata e potrebbe avere anche ripercussioni psicologiche. Evenepoel ha già detto che correrà per lui, poi bisogna considerare che di pretendenti al titolo ce ne sono a bizzeffe, dal campione uscente Alaphilippe ai britannici Pidcock e Hayter (attenzione al velocista della Ineos, con molte più frecce al suo arco di quanto si pensi), poi c’è l’incognita Van der Poel e la Slovenia che pare sarà puntata su Mohoric adattissimo a quel percorso. L’Italia però ha tutto per chiudere una parentesi che dura dal successo di Ballan a Varese nel 2008. Per Davide Cassani sarebbe la maniera migliore per passare la mano…

Credito foto homepage: Cyclingnews.com