Domina la furia della Van Vleuten

L’immediata ripresa delle ostilità nel ciclismo femminile ha fortemente risentito dell’esito della gara olimpica di Tokyo. La vittoria dell’austriaca Anna Kiesenhofer (rapidamente tornata nel gruppo dopo il clamoroso exploit, chissà se la rivedremo ai vertici?) ha lasciato il posto a una Annemiek Van Vleuten che ha scaricato in ogni gara la rabbia per una vittoria olimpica largamente annunciata e pregiudicata da un’autentica beffa.

L’olandese della Movistar ha incassato la delusione (colorata comunque d’argento e condita dall’oro a cronometro) dominando ogni gara alla quale ha preso parte: prima la Clasica de San Sebastian dove le sue qualità in salita non hanno lasciato scampo alle avversarie, chiudendo con 36” sull’americana Ruth Winder (Trek Segafredo) e 1’35” sulla bravissima Tatiana Guderzo (Alé Bct Ljubljana) che sta colorando con grandi prestazioni la sua ultima annata agonistica. Poi la campionessa arancione si è portata a casa anche il successo nella classifica finale del Ladies Tour of Norway, prova a tappe contraddistinta da un percorso che di salite ne riservava davvero poche. Vittoria con 39” sulla sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Sd Worx) e 50” sull’altra statunitense Kristen Faulkner (Tibco).

La Van Vleuten, che rispetto alle altre big ha scelto una partenza stagionale più soft e ha saltato molte gare prima dei Giochi Olimpici, punta forte sul finale di stagione, soprattutto sui titoli europeo e mondiale ma anche a iscrivere per prima il suo nome nell’albo d’oro della Parigi-Roubaix, un obiettivo che ha coltivato per tanti anni sperando che l’Uci si decidesse a inserire anche la classica del pavé nel programma femminile. Per far questo si è anche allenata in altura a Livigno, facendo compagnia a molti professionisti con tabelle di preparazione praticamente insostenibili per quasi tutte le sue avversarie.

In casa italiana i migliori segnali arrivano dalle ragazze che hanno affrontato le Olimpiadi oppure gli Europei U23 su pista e questo conferma come il colpo di pedale acquisito lavorando nei velodromi possa dare davvero qualcosa in più. Un fattore che si spera si traduca in risultati soprattutto nelle prossime competizioni titolate, mentre il bronzo olimpico Elisa Longo Borghini si è presa un po’ di meritato riposo considerando anche i tracciati di Trento e Lovanio, i quali non sono propriamente nelle sue corde.

Credito foto homepage: cyclingnews.com