Lo sconquasso che non ti aspetti: si diceva che la tappa delle Strade Bianche avrebbe sì influito sulla classifica del Giro, a condizione che ci fosse stata pioggia. Invece anche con il sole la selezione è stata enorme, merito di Egan Bernal in senso positivo e di Remco Evenepoel in negativo. Sugli sterrati toscani il colombiano dell’Ineos Grenadiers, che già era apparso a suo agio nella classica di marzo, ha sfruttato perfettamente l’eccezionale lavoro di Filippo Ganna prima (che può avere davvero un futuro radioso nelle classiche) e di Moscon dopo, ma poi ha saputo giocarsela da solo mandando in crisi tutti gli avversari. La classifica ora lo premia, anche se da qui a dire che il Giro è finito ce ne passa…

Abbiamo finora dimenticato di dire chi è stato a vincere la tappa. Già, perché per la quinta volta la fuga iniziale è andata in porto e già questo è un primato per il Giro 2021. Il successo se lo sono giocato in due, il neoprofessionista svizzero Mauro Schmid (Qhubeka Assos) e Alessandro Covi (Uae Team Emirates) ma sul duro rettilineo finale di Montalcino è stato l’elvetico a cogliere la sua prima vittoria da professionista.

Dietro di loro la battaglia è infuriata già al secondo tratto sterrato, quando dal gruppo dei migliori hanno perso contatto sia Evenepoel (Deceuninck Quick Step) che Vlasov (Astana). Se per il russo si trattava di un momento di crisi passeggero, il belga riusciva a riagganciarsi, ma poi andava alla deriva ed è colpa dell’ammiraglia non averlo saputo gestire, innanzitutto fermando Almeida ai primi segnali di difficoltà, poi non riuscendo a calmarlo: plateale il gesto di Evenepoel che si strappava dall’orecchio l’auricolare.

Bernal ha continuato a spingere come un forsennato, sfruttando anche il lavoro dell’EF Education First, protagonista assoluta della tappa e alla ricerca di un rilancio per il suo capitano Hugh Carthy. Vlasov ha provato a sorprendere Bernal, ma ha pagato dazio, l’unico che ha retto al confronto è stato il tedesco Buchmann (Bora Hansgrohe) rilanciatosi in classifica.

Una tappa che sembrava esaltante per i colori italiani, con Ciccone, Caruso, Bettiol, lo stesso Nibali nel gruppetto dei migliori ma via via si sono sgretolati sotto le picconate di Bernal (anche se Caruso contenendo i danni è ora addirittura terzo). Dispiace soprattutto per Ciccone, apparso molto affaticato e che, appena Nibali ha ceduto, è sembrato poco attento nella gestione delle sue forze. Evidentemente l’abruzzese deve ancora lavorare molto su se stesso.

CLASSIFICA GENERALE

1 Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

2 Alexandr Vlasov (RUS-Astana) a 45”

3 Damiano Caruso (ITA-Bahrain Victorious) a 1’12”

LE MAGLIE

Maglia rosa (classifica generale): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

Maglia ciclamino (classifica a punti): Peter Sagan (SVK-Bora Hansgrohe)

Maglia azzurra (classifica del GPM): Geoffrey Bouchard (FRA-AG2R Citroen)

Maglia bianca (classifica dei giovani): Egan Bernal (COL-Ineos Grenadiers)

LA TAPPA DI DOMANI

Si va da Siena a Bagno di Romagna, attraverso 212 km dedicati alla memoria di due icone del ciclismo mondiale, ma di nascita toscana: Giro Bartali e Alfredo Martini. Una frazione che sembra l’ideale prosecuzione di quel che si è visto oggi, dando l’opportunità a chi è andato bene di completare l’opera e agli altri di cercare la rivincita. Nella seconda parte ci sono tre salite prolungate: il Monte Morello di 7,6 km con punte di pendenza del 19%, il Passo della Consuma di 17,1 km e il Passo della Calla di 15,3 km ma quello che potrebbe fare veri danni è il Passo del Carnaio, di 10,8 km che proietterà i corridori verso il traguardo. Le sorprese sono dietro l’angolo ma non ci sorprenderebbe un Evenepoel al contrattacco…

credito foto Gazzetta

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