Frattura per Nibali: e ora che si fa?

Pur in un periodo dove le gare si susseguono con ritmo quasi quotidiano, è una notizia extra a dominare le scene, una notizia dell’ultima ora: Vincenzo Nibali si è rotto il polso destro in allenamento. Proprio quando aveva concluso un proficuo periodo di allenamento in Spagna, alla sua prima uscita vicino casa a Lugano ha messo uno stop alla sua stagione, che dopo 10 giorni prevedeva l’assalto alla Liegi-Bastogne-Liegi preannunciato dal Tour of the Alps. Il siciliano ora è davanti a un bivio: tentare un recupero lampo per il Giro d’Italia o andare più tranquillo puntando direttamente alle Olimpiadi con il Tour come antipasto per la ricerca della miglior condizione? E’ evidente che questa sarebbe la soluzione migliore, ma bisogna vedere come la prenderanno i vertici della Trek Segafredo, con i quali i rapporti erano andati un po’ raffreddandosi nelle ultime settimane, come sempre succede quando i risultati non arrivano.

E’ chiaro che la situazione, soprattutto in ottica olimpica, si complica ancor di più dopo l’incidente del siciliano, sul quale la nazionale era imperniata. Un ciclismo italiano, che pure era partito bene, ma che con l’arrivo delle gare che realmente contano è diventato una mera comparsa. A meno che la Trek Segafredo decida di investire davvero su Giulio Ciccone, ergendolo a capitano della squadra al Giro. Potrebbe essere questa la scommessa giusta e magari avrebbe ripercussioni positive anche un po’ più avanti, facendone un outsider per la gara di Tokyo. Staremo a vedere, altrimenti è difficile anche pensare a un italiano solo nella Top 10 della corsa rosa e sarebbe la maggiore dimostrazione della crisi del nostro movimento.

Giornate come detto piene di gare. Bellissimo ad esempio il Giro dei Paesi Baschi, dove si è rivisto un Roglic (Jumbo Visma) in grande spolvero che ha saputo approfittare all’ultima giornata di un po’ di confusione in casa Uae Team Emirates. Infatti Pogacar, dopo aver vinto una tappa proprio in faccia al suo connazionale sloveno, aveva poi deciso, di accompagnare verso il trionfo il compagno Brandon McNulty. Peccato che l’americano nell’ultima tappa si è sciolto come neve al sole. Pogacar ha provato a recuperare la situazione, ma nulla ha potuto contro Roglic supportato dall’eccezionale danese Vingegaard, già vincitore della Settimana Coppi e Bartali e finito secondo dopo aver corso da autentico stopper sulla maglia gialla 2020.

La rivincita fra i due è programmata già all’Amstel Gold Race di domenica, la classica olandese dove assisteremo alla sfida fra gli specialisti delle classiche, come Van Aert e Alaphilippe e gli stessi sloveni, finora dominatori nelle corse a tappe medio-brevi e il pronostico è decisamente apertissimo. A proposito di Van Aert, sulle strade olandesi proverà a dimenticare lo smacco subito alla Freccia del Brabante, con la volata persa contro lo sfrontato inglesino Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers), che chiude al meglio la sua prima parentesi su strada per tornare a calcare i teatri della Mtb, come Van Der Poel, sempre in ottica Tokyo. Tornando alla Freccia, terzo è finito un Matteo Trentin decisamente generoso, forse anche troppo se non riesce mai a far valere il suo spunto quando davanti si rimane in pochi…

Crediti foto: tempostretto.it – cyclingnews.com