La Sanremo che non ti aspettavi

Il segreto della Milano-Sanremo è che è sempre difficile da interpretare e soprattutto da capire, per chi è in corsa. Può capitare che fai tutto bene, anche oltre le aspettative, è tutto apparecchiato per la vittoria e questa non arriva. Caleb Ewan se la ricorderà a lungo, l’edizione 2021 della Classicissima: mai era andato così forte, smentendo tutti coloro che l’avevano visto in crisi alla Tirreno-Adriatico e sul Poggio era stato addirittura il migliore, tenendo il ritmo infernale della Ineos e non spaventandosi per la consueta sparata di Alaphilippe, vanificata più che dagli avversari, dalla clamorosa velocità con cui lo strappo era stato affrontato. Eppure non è bastato.

Solitamente la Sanremo ha tre soluzioni (non contempliamo neanche la fuga da lontano, un retaggio ormai del secolo scorso): volata di gruppo, attacco decisivo sul Poggio o sparata sulla successiva discesa. Quest’anno però si è cambiato copione: il fatto che dalla discesa sia scaturito un gruppetto di una dozzina di corridori con dentro tutti i favoriti lasciava spazio aperto per un colpo in contropiede. Una pallottola, una sola, ma doveva essere sparata con precisione assoluta. Il cecchino è stato Jasper Stuyven (Trek Segafredo) (all’arrivo nella foto della homepage), belga di 28 anni spesso protagonista nelle classiche ma mai vincitore: ai 2,2 km dall’arrivo, mentre i grandi si guardavano, se n’è andato tutto solo mettendo sulla strada quelle energie che gli rimanevano. Energie che sembravano poche, visto che dopo pochi secondi il danese Soren Kragh Andersen faceva lo stesso e andava ad acciuffarlo, ma intanto i grandi dietro continuavano a guardarsi. Poche decine di metri, ma intanto il traguardo era sempre più vicino.

All’imbocco dell’ultimo km si è capito che se non si sacrificava qualcuno, quei due non si prendevano più: il campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck QuickStep) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates), forse consci di non avere nelle gambe la forza per una volata vincente, hanno lanciato il gruppetto degli inseguitori, ma davanti intanto Stuyven saltava Andersen e teneva, teneva, mentre lo sprint era lanciato. Lo hanno ripreso, non lo hanno inghiottito. Così il belga centrava il successo più importante della sua vita e a Ewan, naturalmente il migliore in volata davanti a Van Aert, non restava che un altro secondo posto, dopo quello del 2018.

La Sanremo è sempre un esame impietoso, con promossi e sconfitti: promosso naturalmente Stuyven e a pieni voti, promosso anche Filippo Ganna, capace di imprimere all’imbocco del Poggio una velocità spaventosa e c’è il rammarico per le scelte della Ineos, che non avendo velocisti puntava su un’azione di Kwiatkowski o Pidcock che è mancata, se si fosse invece lavorato per l’iridato della crono, una sua sparata finale sarebbe stata imprendibile. Bocciato Van Der Poel, troppo gigione prima del Poggio e incapace di fare la differenza anche dopo, lui poteva essere l’uomo del colpo finale, ma evidentemente non aveva più le gambe. Rimandato Alaphilippe, troppo marcato, come anche Van Aert, ancora una volta poco supportato dai suoi. Primo italiano al traguardo Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious) ottavo al traguardo: per ora questo passa il convento…

Credito foto homepage: Cyclingnews