C’era una volta la “Gran Fondo di Salice Terme”. Di questa corsa ho ricordi contrastanti. Da un lato, infatti, gli aspetti organizzativi della manifestazione lasciarono, certo, una buona impressione, soprattutto nelle edizioni tra il 2002 e il 2003, quando la Gran Fondo trovò spazio in circuiti nazionali di notevole seguito. Per contro, il ricordo del tragico incidente occorso, proprio nel 2002, a un granfondista durante una delle discese inserite nel percorso più corto suscita ancora l’amarezza che si prova quando una disgrazia si abbatte su un’occasione di sport e di divertimento. Anche allora, come in altri casi, una miscela di fatalità e di eccesso di foga agonistica fu all’origine della tragedia, a cui gli organizzatori non avrebbero potuto far fronte. Degli aspetti organizzativi, infatti, conservo gradevoli ricordi. Le edizioni più ricche di partecipanti non si corsero sempre nello stesso periodo dell’anno, ma si distribuirono tra un luglio sempre molto assolato e un inizio di settembre dalle temperature ben più adatte alla pedalata. La partenza era prevista dal viale principale della cittadina pavese, appena fuori dal parco che circonda la zona termale. Non era una corsa così facile come poteva apparire a prima vista. Il percorso più lungo, quanto meno, riservava dei passaggi che richiedevano sempre un certo sforzo. Il momento di maggior impegno coincideva con la salita ai quasi 1200 metri del Passo Penice, che ogni Gran Fondo che si rispetti, tra quelle organizzate in territorio pavese, non può escludere dai propri tracciati. Sia prima che dopo il Penice, però, la strada continuava a riservare tratti, in prevalenza, vallonati che, alla lunga, facevano sempre più desiderare l’arrivo a Salice. La corsa, per una serie di vicissitudini, non venne più organizzata.

Credito foto homepage: bnblacortesuites.com/i-dintorni/