Diminuiscono quelle italiane

Per capire come siano ancora forti le difficoltà che si vivono nel mondo del ciclismo professionistico, bisogna dare un’occhiata al suo livello base, quello delle squadre Continental, ben 113 inserite nell’ultimo report dell’Uci. E’ un mondo dove non girano le cifre del World Tour, dove non c’è la stessa attenzione e dove le difficoltà sono aumentate dopo l’ultima stagione resa complicata dalla pandemia. I numeri generali non devono trarre in inganno, perché rispetto al 2020 c’è stata una contrazione delle formazioni italiane: delle 113 registrate dal massimo organo internazionale, solamente 7 sono quelle del nostro Paese, per un totale di 87 corridori italiani tesserati. Un danno maggiorato dalla constatazione dell’uscita dall’elenco di due colonne portanti della nostra attività: la Biesse Arvedi, che comprende buona parte della nostra nazionale maschile su pista, da Scartezzini a Plebani, da Lamon a Moro; la Zalf Euromobil Desirée Fior, storico marchio per il quale hanno corso molti big nostrani ai loro primi approcci su strada.

L’elenco delle squadre presenti inizia con la Beltrami FSA Tre Colli, incentrata sulle presenze di Nicolò Parisini e di Davide De Pretto, atteso con curiosità dopo aver fatto vedere cose molto interessanti nel ciclocross. Proprio con l’attività sui prati è fortemente legato il Cycling Team Friuli, che quest’anno si è rafforzato con un 18enne serbo, Fran Miholjevic, del quale si dice un gran bene. La General Store Essegibi F.lli Cuvia, il cui corridore italiano più conosciuto è Samuele Carpene, ha acquisito il polacco Dominik Gorak dalla disciolta CCC.

Profondo rinnovamento per la Colpack Ballan, squadra tra le più attive e presenti non solo nelle corse italiane: tra gli 11 neoacquisti anche Samuel Quaranta, figlio di quell’Ivan che sul finire del secolo scorso era tra i principali rivali di Mario Cipollini in volata. La squadra appare ben attrezzata, con Michele Gazzoli e Alessio Martinelli ormai pronti a far vedere quel qualcosa in più necessario per trovare un ingaggio importante, ma attenzione anche al pistard Gidas Umbri, molto forte a cronometro.

Il Team Qhubeka, pur essendo affiliato in Italia, mantiene le forti radici africane che si evincono dal nome, con 6 corridori provenienti dal Continente Nero, il più accreditato dei quali è l’eritreo Henak Mulubran. Resta infine il Work Service Dynatek Vega, il cui capitano è l’ormai trentenne Paolo Totò, corridore che spesso si è fatto vedere soprattutto nelle corse d’un giorno all’estero.

Vanno ricordati, tra i tantissimi sodalizi registrati all’Uci, anche due altre squadre che, seppur affiliate rispettivamente in Ucraina e Romania, hanno sin dalla denominazione una forte connotazione italiana. L’Amore e Vita ha 4 corridori nostrani tra cui Davide Appollonio spesso protagonista nelle nostre prove; la Giotti Victoria Savini 2 ha la sua punta in Andrea Guardini, corridore che avrebbe potuto avere una grande carriera da sprinter se le sue caratteristiche non fossero state annacquate da sbagliate scelte tecniche, con la ricerca di un miglior rendimento in salita che altro non è servita se non a fargli perdere il suo proverbiale spunto veloce.

Credito foto homepage: .teamcolpack.it