Giovani azzurre, dateci un segno…

Inutile nasconderlo: il 2020 del ciclismo femminile italiano è stato a due facce. Da una parte la grande stagione di Elisa Longo Borghini sul podio europeo e mondiale, la vittoria di Elisa Balsamo agli Europei Under 23, i grandi risultati della pista, ma dall’altro c’è stata un’involuzione, della quale l’assenza di successi italiani nelle prove del World Tour è solo un aspetto. Abbiamo sofferto su più piani e le parole di fuoco rilasciate dal Dt Salvoldi durante il Giro d’Italia sono stati un campanello d’allarme sul quale si è passati sopra troppo presto.

Il ciclismo italiano al femminile è pieno di talenti e sulla carta (ma anche valutando quanto fatto fino al 2019) ha una situazione più florida rispetto a quello maschile: ci sono atlete esperte, quali la stessa Longo Borghini ma anche la Bastianelli sulle quali si può puntare per l’imminente scadenza olimpica, ma bisogna guardare anche al futuro, vedere la crescita dei nuovi talenti che sono presenti in quantità, ma devono riprendere quel cammino un po’ rallentato nell’ultima stagione, anche – va detto – per cause non loro. Difficile riuscire a emergere in un’annata così complicata, con tanti eventi cancellati e scelte da effettuare di continuo. Qualcuna si è adatta, altre no.

Il 2021 deve innanzitutto restituirci al massimo livello Letizia Paternoster. E’ l’anno olimpico e il talento della Trek Segafredo dovrà giustamente privilegiare la pista dove ha grandi possibilità, ma è lecito rivederla anche su strada, soprattutto su percorsi veloci dove può far valere il suo spunto e ripetere quanto visto quest’anno con la Balsamo.

Ci attendiamo poi un deciso progresso da parte di quelle atlete che da tempo emergono a livello giovanile, anche nelle classiche e nelle corse a tappe del World Tour. Parliamo di Soraya Paladin, Sofia Bertizzolo, la stessa Marta Cavalli (nella foto della homepage) che ha molto ben impressionato nel 2020, è ora di assumersi responsabilità e provare il colpo gobbo anche nei grandi eventi, ricavandosi un ruolo di primo piano nelle proprie squadre. Contro l’universo olandese trovare spazi non sarà facile, ma quel che assolutamente deve essere cancellato è quella sorta di atteggiamento rinunciatario, da sconfitti in partenza, il “non provarci” che Salvoldi ha additato come grande punto negativo del 2020. Le possibilità per emergere ci sono tutte, considerando anche che l’anagrafe gioca contro le principali stelle arancioni, dalla Van Vleuten alla Wild fino alla stessa Van Der Breggen. Nell’anno olimpico saranno sicuramente in grande spolvero, ma il quadriennio successivo deve essere tutto azzurro…

Credito foto homepage: facebook.com/Marta-Cavalli-214053292731316