Granfondo Maurice Garin

C’era una volta la “Gran Fondo Maurice Garin”. Si correva ad Aosta ed era intitolata a un atleta del ciclismo pionieristico. Quel Maurice Garin, appunto che, nato ad Aosta nel 1871, ottenne la cittadinanza francese e da transalpino conquistò importanti allori ciclistici. In particolare, Garin viene ricordato per aver vinto tre tappe e la classifica finale del primo Tour de France, oltre a due Parigi-Roubaix e all’edizione del 1901 della Parigi-Brest-Parigi, oggi uno degli appuntamenti più attesi dagli amanti delle randonnée. La “Gran Fondo Garin” conobbe un numero limitato di edizioni e si interruppe definitivamente dopo quella del 2000, complici anche i disastri che l’alluvione dell’ottobre di quell’anno provocò alla viabilità delle zone da cui passava la corsa. Gran fondo che, sebbene non sia mai riuscita a richiamare grandi numeri di partecipanti, ha sempre goduto di simpatia e di apprezzamento del tutto meritati. L’ultima edizione si tenne il 25 giugno del 2000, articolandosi su tre percorsi, di cui il più impegnativo, di 170 chilometri, era inserito in un paio di circuiti che, da tempo non sono più riproposti, ma che allora riscuotevano l’attenzione di parecchi atleti. Dopo la partenza da Aosta, tutti e tre i tracciati prevedevano, dapprima, l’ascesa al Col d’Introd e poi, la salita ben più impegnativa che dall’abitato di Saint-Pierre portava al Gran Premio della montagna di Verrogne. Mentre chi sceglieva il percorso più breve, di 95 chilometri, superate queste due asperità, puntava verso l’arrivo di Aosta nella centralissima piazza Chanoux, e chi decideva di cimentarsi sul tracciato medio, di 140 chilometri, restava da affrontare solo la salita da Villair a Clemençod, alla quale, invece, i temerari del percorso più lungo dovevano aggiungere anche le pendenze proibitive da Pont-Suaz a Les Fleurs. Tanti francesismi che, sebbene collegati a salite poco conosciute, facevano della “Maurice Garin” una Gran Fondo tutta particolare che, almeno una volta, valeva veramente la pena di correre.

credito foto vintage_wikipedia.org

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