C’era una volta la “Gran Fondo delle Dolomiti di Brenta”. Si disputò nella prima metà degli anni ’90, per la verità, per non tante edizioni, ma in quella del 1994 conobbe un meritato momento di celebrità. In quell’anno, infatti, assieme a un’altra decina di corse, la “Gran Fondo del Brenta” contribuì alla sostanziale riuscita del primo “Tour d’Italia”: uno degli antenati dei moderni circuiti. Dal nome della manifestazione si deduce che il percorso della Gran Fondo si snodava attorno al massiccio del Brenta, una delle vette più suggestive dell’area prealpina. La partenza e l’arrivo erano fissati ad Andalo, località montana del Trentino, conosciuta più da chi pratica lo sci che non dagli amanti della bicicletta, i quali, comunque, ebbero l’occasione di apprezzare le bellezze naturali della zona e di sperimentare di persona l’asperità di alcune salite poco conosciute. Chi si cimentò in questa corsa si ricorderà, di certo, delle ripide pendenze che portano al passo Brez, dei tornanti che precedono lo scollinamento di Campo Carlo Magno e, infine, delle sofferenze patite per raggiungere l’arrivo di Andalo, posto a conclusione dell’ultima salita della giornata. L’organizzazione, sempre particolarmente volonterosa, nell’edizione del ’94 si distinse anche per un allestimento alquanto curato delle premiazioni, che si svolsero all’interno del teatro comunale alla presenza di Francesco Moser, gloria del ciclismo nazionale degli anni ’80 e, assieme a Giuseppe Saronni, protagonista di uno di quei dualismi ciclistici che tanto appassionano i tifosi delle due ruote. In quell’anno, poi, la “Gran Fondo del Brenta” ebbe anche un imprevisto momento di contatto con l’ambiente del grande calcio. La manifestazione si disputò, infatti, nello stesso giorno della finale del Campionato del Mondo che l’Italia di Sacchi perse contro il Brasile, dopo l’errore dal dischetto di Roberto Baggio. Da allora la nostra partecipazione ai Mondiali di calcio ha sempre avuto poca fortuna, così come non ne ebbe tanta nemmeno la “Gran Fondo delle Dolomiti di Brenta” che, dopo pochissime altre edizioni, sparì senza tracce dal calendario nazionale.

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